di Alessandra Cavallo*
Oggi rifletteremo sulla parola “Educazione”, ovvero “apprendimento e trasmissione di quei valori comportamentali e personali che formano un soggetto e, di conseguenza, consentono il progresso della società, permettendo di interagire con la realtà circostante. Sostanzialmente il nostro primo percorso educativo avviene all’interno del nucleo familiare e, attraverso questi insegnamenti, un individuo può meglio rapportarsi con gli altri.
L’educazione, come spiega Papa Francesco in un suo videomessaggio ai giovani (15 Ottobre 2020), è qualcosa di trasmissibile e trasmetterla significa, appunto, lasciare un futuro di responsabilità, pace e amore alle persone che verranno.
Per me “educazione” vuol dire anche attenzione verso il prossimo e gentilezza nel linguaggio e nelle azioni, nel rispetto delle norme sociali che dovremmo seguire tutti, senza distinzioni. Un modello importante e integrativo è svolto dalla scuola, che pone o dovrebbe prevedere, un modello formativo non solo nozionistico ma anche soggettivo. Con essa, infatti, nascono i primi rapporti sociali che si poi approfondiscono nel corso della vita. E non solo!
Mettiamo in pratica ciò che ci è stato insegnato, rapportandoci con riguardo verso persone non solo coetanee, ma anche più grandi. Papa Francesco, a questo proposito, ha sensibilizzato gli ascoltatori sulle situazioni di alcuni popoli o famiglie, che non possono permettersi e permettere ai propri figli un’istruzione adeguata. Ho pensato e riflettuto, quindi, su quanto io sia fortunata ad avere delle opportunità di cui altri purtroppo non possono godere, ed è per questo motivo che bisogna sostenersi e aiutare il prossimo, nelle nostre possibilità, in ogni circostanza.
Ancor di più nell’attuale situazione d’emergenza che ci coinvolge mondialmente: Covid-19.
Basta pensare a ciò che sta avvenendo nelle grandi città. La gente contesta determinate restrizioni e, per farsi sentire, non utilizza i giusti metodi, ma la violenza recando danni a se stessa.
Facendo riferimento alla vita scolastica, quanti ragazzi saranno rimasti senza niente del tutto a causa della mancata strumentalizzazione digitale?
Capita spesso di lamentarsi per cose futili, ma un giorno di scuola per noi corrisponde a uno di lavoro forzato per molti altri. Nel momento in cui noi apprendiamo qualcosa di nuovo, qualcun altro rischia di morire per fame o violenza senza avere avuto le giuste possibilità di vita. L’indifferenza non è la soluzione.
La risposta è essere solidali e impegnarsi nella costruzione di un ambiente sano ed equilibrato.
Purtroppo viviamo in una realtà in cui si è tristi per un cellulare rotto e non si è in grado di capire ciò che ci circonda o se abbiamo fatto del male a qualcuno.
Ma, per fortuna, non è per tutti così: capita ancora di vedere i giusti comportamenti ed è da qui che si dovrebbe iniziare. Dobbiamo essere capaci anche noi di trasmettere, un domani, degli insegnamenti ai nostri figli affinché questi ultimi siano sensibili e in grado di comprendere i reali problemi e i valori, che ci orientano nella vita.
Concludo dicendo che è importante che l’impegno e la considerazione, così come il divertimento, facciano parte di noi e che è giusto alimentarli se vogliamo migliorare e aiutare chi o cosa, ci circonda.
*: III AES Licei Mazzini di Locri