Il problema delle dipendenze tra i giovani è un problema che da sempre affligge la società: negli ultimi tempi, tuttavia, sembra che la situazione stia subendo un peggioramento. Lo confermano i dati riportati dall’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, insieme a fonti quali Istat, Unipol, Nomisma e Doxa. In Italia, ad esempio, il 16% dei ragazzi di età inferiore ai 24 anni fuma, mentre il 19% consuma cannabis almeno una volta in un anno. Anche l’assunzione di alcolici è molto diffusa tra i giovani, nonostante gli esperti insegnino che prima dei 16-17 anni l’organismo non è in grado di metabolizzare al meglio determinate sostanze. Persino il gioco è diventato una dipendenza, in particolare quello d’azzardo: è stato coniato un termine apposito, ludopatia, per indicare quella che a conti fatti è una vera e propria patologia.
Esistono delle strutture specializzate nella cura e nella riabilitazione di coloro che soffrono di simili dipendenze. Tra queste un posto di rilievo è occupato dal Centro San Nicola, il cui personale si dedica alla creazione di percorsi di cura personalizzati a seconda del singolo caso. Qui lavorano autentici esperti del settore che aiutano, giorno dopo giorno, numerosi giovani a sconfiggere la dipendenza e a riprendere in mano le redini della propria vita.
Tali terapeuti hanno risposto alle nostre domande e fornito un affidabile punto di vista sulla questione.
La droga, il fumo e l’alcool danno chiaramente dipendenza a causa di alcune sostanze che contengono. Perché si può dire lo stesso anche del gioco?
Occorre chiarire innanzitutto che la dipendenza può instaurarsi a un livello sia fisico sia psicologico. Nella maggior parte dei casi, naturalmente, i due ambiti arrivano a intersecarsi: la dipendenza da alcool, fumo e droghe causano danni tanto al corpo quanto alla mente. La dipendenza provocata dal gioco, invece, è puramente mentale, anche se può avere delle ripercussioni sull’organismo. Ad esempio, molti medici associano l’obesità al gioco online, perché chi si dedica in maniera compulsiva a simili attività consuma spesso grandi quantità di cibo spazzatura e non segue un regime alimentare sano.
Detto ciò, il gioco può avere conseguenze negative sulla vita e sul comportamento dei giovani tanto quanto l’alcool, la droga e il fumo. Si parla, in particolare, del gioco d’azzardo, ma anche di quello online già nominato. A volte si presentano persino i tipici sintomi delle dipendenze: il craving, ovvero il desiderio improvviso e incontrastabile, l’astinenza se in un certo momento non si ha la possibilità di giocare, e infine la tolleranza. Con quest’ultimo termine si intende l’aumento dei tempi di gioco sopportabili, la resistenza per così dire, il che porta a escludere del tutto altre attività giornaliere, scuola compresa.
In questi casi è essenziale l’intervento della famiglia. I genitori dei ragazzi affetti da ludopatia non devono risultare opprimenti, perché in questo modo rischierebbero solo di far danni. Ovviamente viene spontaneo preoccuparsi, ma la questione è delicata ed è fondamentale evitare critiche e rimproveri privi di intento costruttivo. Se la situazione è grave, rivolgersi a un centro specializzato è di certo la scelta migliore. La dipendenza da gioco può sembrare in apparenza meno grave rispetto a quella da sostanze stupefacenti, ma non va sottovalutata: si pensi, ad esempio, che il 25% dei bambini con età compresa tra 7 e 9 anni impiega la paghetta per partecipare alle lotterie.
Come si spiega, invece, una così elevata dipendenza da fumo, droga e alcool?
Sono diversi i motivi che spingono i giovani a drogarsi, a fumare o a bere superalcolici. Molto spesso c’è di mezzo un gruppo di amici, dal quale il soggetto interessato vuole sentirsi accettato a tutti i costi. Molti adolescenti farebbero qualsiasi cosa pur di non essere esclusi dalle comitive: pensiamo a una delle ultime, terribili pratiche che stanno prendendo piede, ossia il binge drinking. Si tratta, in sintesi, di una prova che consiste nel bere in una volta sola cinque o sei bevande alcoliche differenti. I ragazzi non pensano a quanto un simile comportamento sia dannoso per la loro salute: in quel momento conta solo il gruppo, la stima dei compagni.
Questa è la motivazione che porta i giovani anche a fumare e a drogarsi. Il fumo viene visto, in un certo qual modo, come un simbolo del passaggio verso l’età adulta, quasi come un rito di iniziazione finalizzato all’ingresso in un branco. Gli adolescenti che fumano tutti insieme una sigaretta all’insaputa dei genitori si sentono forti, uniti, invincibili. Non prendono in considerazione la dipendenza che nasce dal fumo, che sia quello di sigarette confezionate oppure elettroniche. Non pochi ragazzi, inoltre, per la medesima ragione fanno uso di droghe, soprattutto cannabis, la sostanza stupefacente più consumata in tutto il mondo secondo l’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze. Questa droga, pur essendo ritenuta leggera, causa gravi danni a diverse aree del cervello.