di Gianluca Albanese
LOCRI – «Questo governo è ormai la nostra ultima speranza e ringraziamo tantissimo il ministro Lanzetta per la disponibilità dimostrata nei nostri confronti, l’umiltà e la capacità di ascolto che ha avuto rispetto alle argomentazioni che le abbiamo posto». Quando il leader dei precari locridei della scuola Emilio Spataro parla, è appena uscito dalla sede che ha ospitato l’incontro col ministro Lanzetta. Il futuro immediato non è affatto roseo, ma aver parlato apertamente con una donna delle istituzioni, che ha ascoltato quello che Spataro, quasi in solitudine, dice dallo scorso mese di giugno, regala a lui e a chi vive la sua stessa situazione, quantomeno ancora una piccola speranza.
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Dal I aprile, infatti, questi lavoratori subiranno una riduzione dell’orario di lavoro (e conseguente decurtazione dello stipendio) fino al 60%, col risultato che percepiranno mediamente 400 euro al mese. Ma non solo. Stando così le cose, secondo quanto riferito a Lente Locale dallo stesso Spataro «Il 20 giugno finirà l’anno scolastico e il 21 saremo licenziati dalle ditte che hanno preso in appalto i servizi, per poi essere riassunti il 15 settembre, prima della riapertura dell’anno scolastico: che estate faremo? Quella – ha proseguito Spataro – dei disoccupati dopo che abbiamo sempre lavorato con impegno e serietà?».
Tuttavia, il colloquio odierno con la Lanzetta lascia quantomeno un barlume di speranza. «Il ministro – ha riferito Emilio Spataro – aveva sentito, prima di incontrare noi, i suoi omologhi con delega all’Istruzione e al Lavoro, e ci ha detto quella che è l’idea del governo Renzi per continuare a darci continuità retributiva». In pratica, l’esecutivo starebbe studiando un programma biennale per questi lavoratori precari, che prevede tre opzioni in base alle posizioni individuali dei lavoratori: a) ricorso al prepensionamento per chi ha maturato i requisiti: b) cassa integrazione in deroga; c) reinserimento professionale attraverso la frequenza di corsi di formazione sulla manutenzione degli istituti scolastici.
Insomma, l’idea di fondo c’è. Restano i dubbi sui criteri di scelta dei lavoratori ai quali andrà una delle tre opzioni. Ma soprattutto, Emilio Spataro, che dallo scorso giugno predica l’autodeterminazione dei lavoratori precari per condurre una lotta tale da consentire loro una continuità di reddito e farli uscire dal bacino del precariato, continua a sostenere la necessità di avviare un serio percorso di reinternalizzazione di questi lavoratori nel mondo della scuola.
«Le proposte ci sono – ha detto Spataro – e sono corroborate dagli studi e dalle proposte di parlamentari come Stafano (Sel), Battaglia (Pd) e dal sindaco di Torino Fassino e che poggiano sull’esigenza di riattivare la riserva di utilizzo di almeno il 30% dei precari sul totale dei lavoratori del settore, perché abbiamo sempre sostenuto che non solo si toglie dall’incertezza una quota importante di lavoratori, ma lo Stato, così facendo risparmia parecchi soldi».
Insomma, la battaglia prosegue, e lo stesso ministro Lanzetta ha promesso ai lavoratori ricevuti oggi che già da domani parlerà col presidente Renzi per trasmettergli le istanze dei precari.