di Antonio Baldari (foto fonte Cosmopolitan)
Giovanni Pietro Damian è un giovane cantante italiano, nato poco più di diciotto anni fa in quel di Vicenza; presentato così dice poco o nulla, ma se a ciò si aggiunge Sangiovanni allora ti si schiude davanti l’orizzonte di una vera e propria promessa della canzone italiana che però, proprio nell’immediatezza della 74ma rassegna della canzone italiana di Sanremo, è stato protagonista di qualcosa che è passato, forse, troppo sotto silenzio.
Il giovane cantante veneto ha dichiarato di volere fare un passo indietro rispetto a quanto sta vivendo e, più in generale, a quanto ha vissuto con tutti i pro e i contro della sua giovane esistenza che, tanto per citare, lo ha visto protagonista di “Amici” da Maria De Filippi, autenticamente indiscussa young agent dello Stivale soprattutto sotto il profilo canoro, e via dicendo con tutte le sue esperienze.
Che oggi però, anziché ispirarlo a proseguire sull’eventuale strada del successo, gli ha al contrario suggerito di fermarsi, scendere ai box per una sorta di “pit stop” che, per la giovane età che ha, beato lui!, ci sta tutto; Giovanni Pietro “Sangiovanni” vuole pensare, riflettere, meditare su ciò che è la sua giovane esistenza, capendo o cercando di capire se la canzone è ciò che vuole realmente o se c’è dell’altro.
Qualcosa che non ha ancora considerato, che lo può soddisfare meggiormente rispetto a quanto ha sin qui prodotto, che non è poco ma che, al contempo, non deve indurlo ad intestardirsi e proseguire su una strada che non è la sua, una strada che, in particolare, non sente sua come vorrebbe. O dovrebbe sentire. Che è un bellissimo esempio dato in special modo ai suoi colleghi e non, coetanei, a considerare la vita a 360 gradi.
Non cercando il successo ad ogni costo, costi quel che costi, perché il vero successo prescinde dalla gioia che provi, giorno dopo giorno, e non animando l’animale da palcoscenico che c’è in te, per la gioia palcoscenica altrui che però non è la tua: un passo indietro o di lato, fate vobis!, che farebbe bene a chiunque, adulti compresi quali vittime e carnefici di sé stessi, per arrivare, intestardendosi, dove non si può o non ci si arriva, ma si deve arrivare. Che è quanto di più sbagliato non solo per te ma anche per soprattutto chi sta accanto a te.