di Simona Masciaga (foto fonte elle.com)
Il caso Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, da qualche tempo va ad occupare le pagine di critica musicale, le ironie televisive e il dissenso degli esperti.
Pienamente d’accordo con le lamentele suscitate da parte della Sinfonica Siciliana in attività al teatro Politeama di Palermo e, da noi analizzate attraverso i social, non riteniamo opportuno inveire contro chi, con abnegazione dedica una vita alla musica e, soprattutto farne una questione politica.
Abbiamo notato, con rammarico, i suoi deficit esecutivi: stroncature inattese, gestualità incongrua alla partitura, silenzi e acuti inadeguati…c’era o non c’era i maestri hanno ben saputo dove parare dimostrando capacità esecutiva e senza battere i piedi per il maestro come è d’uopo fare dopo una performance.
Orbene, non siamo davanti a Von Karajan e tantomeno a Toscanini ma diamo tempo al tempo.
L’incarico da lei assunto non è di facile approccio, ha solo 34 anni, diamo a lei il tempo giusto per crescere, capire e migliorare. La politica lasciamola da parte; la musica va oltre le ideologie… è sentimento, è emozione, è estasi.
Facile erigersi a giudice davanti agli errori!
La Venezi è una gran bella donna che suscita mille pensieri e molte invidie…l’unica che ha mantenuto il titolo di maestro già nel Sanremo 2021 sostenendo che la musica non ha sesso…diamole solo tempo per crescere e fiducia.