RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Quest’Osservatorio Cittadino sui Rifiuti nell’apprezzare la volontà del Circolo Pd di Siderno ad organizzare un incontro l’ 1 giugno alle ore 12.00 presso il Dipartimento Ambiente a Catanzaro, per discutere, insieme ai consiglieri comunali, alle associazioni di categoria, all’assessore regionale all’ambiente, Antonietta Rizzo e ai tecnici regionali competenti, in relazione all’impianto di trattamento dei rifiuti già ubicato nel Comune di Siderno, segnatamente all’eventualità della realizzazione di un biodigestore anaerobico, confida che in tale sede, il Partito Democratico sidernese, possa riuscire ad anteporre la salvaguardia ambientale e la tutela del diritto alla salute dei cittadini agli interessi del Governo regionale. Va anche detto, che per un maggior coinvolgimento della popolazione sidernese, sarebbe stato più corretto che suddetto incontro si fosse svolto presso la Sala del Consiglio di Siderno, la stessa in cui, il Consiglio Comunale il 28 aprile dello scorso anno, deliberò all’unanimità contro la realizzazione di tale opera e recentemente, in data 20 febbraio 2017, ha addirittura modificato, sempre all’unanimità, lo Statuto comunale inserendo il divieto d’insediamento di stabilimenti di prodotti chimici. Col predetto atto amministrativo si è infatti deliberato di inserire la seguente modifica nello Statuto:”Sul territorio comunale è vietato l’insediamento o l’ubicazione di nuove fabbriche chimiche, depositi, impianti e laboratori chimici, farmaceutici e biologici che usano, producono, scaricano e/o emettono sostanze riconosciute o che le ricerche scientifiche dichiarano fortemente irritanti, corrosive, odorigene, nocive, tossiche, cancerogene, teratogene, mutagene, radioattive, esplosive, dannose e/o pericolose per vita e ambiente”. A questo punto, verrebbe da chiedersi se i consiglieri firmatari di questo importante documento a tutela della salute dei sidernesi, in questi giorni, si siano minimamente domandati se un biodigestore anaerobico, visto che trasforma la materia dallo stato solido (rifiuti) in gassoso (metano), possa rientrare nelle fattispecie di un’industria chimica, per non parlare poi dell’impatto odorigeno che queste tipologie d’impianti potrebbero avere per il territorio. A tal proposito, vi è una vasta casistica in Italia di proteste di cittadini e di stessi Amministratori, nonché di indagini condotte da alcune Procure, contro gli impianti di biogas, che, come anche pubblicato su di un documento dell’Arpa Emilia https://www.arpae.it/cms3/documenti/_cerca_doc/bologna/documento_divulgativo_biomasse_odori.pdf potrebbero provocare un forte impatto odorigeno a causa di una cattiva gestione nelle diverse fasi di ricezione e stoccaggio dei rifiuti in attesa del loro caricamento nell’impianto, conversione energetica del biogas, trattamento e stoccaggio del digestato prodotto. In fatto di manutenzione l’attuale impianto TMB di S.Leo docet.
In ultimo, ma non per importanza, è bene soffermarsi anche sulle emissioni gassose in atmosfera che questi impianti, contrariamente all’anzidetto impianto TMB, rilasciano http://www.isde.it/wp-content/uploads/2014/02/2015-02-Position-Paper-FORSU-finale.pdf .
L’attuale normativa di riferimento, il D.Lgs 152/06, allegato I parte III punto 1.3, prevede limiti per inquinanti come il COT (carbonio organico totale), il Monossido di carbonio, gli Ossidi di Azoto, i Composti del cloro. https://www.arpae.it/cms3/documenti/_cerca_doc/bologna/documento_divulgativo_biomasse_odori.pdf
Nel parametro COT sono compresi tutti gli inquinati derivanti dalla combustione incompleta del metano (formaldeide, idrocarburi, benzene). Nello specifico, per quanto riguarda la formaldeide, questa è una sostanza che dal primo gennaio 2016 è stata dichiarata da cancerogeno “sospetto” a cancerogeno “presunto o certo” http://www.ecolavservice.com/archivio/regolamento-ue-2015491-nuova-classificazione-e-etichettatura-della-formaldeide-a-decorrere-dal-1–gennaio-2016.html
Andrebbe dunque tenuta in debita considerazione la previsione di calcolo elaborata ed esposta dal chimico dr. Giuseppe Tassone nel corso del Consiglio Comunale del 28 aprile dello scorso anno, secondo cui, sarebbe da ritenersi verosimile che un eventuale impianto di digestione anaerobica collocato a S.Leo, pur rientrando nei limiti di legge, potrebbe emettere formaldeide in un raggio di 3.181 mt dal camino, esemplificativamente, con le giuste condizioni di vento, potrebbe così arrivare fino a oltre la via dei Colli.
Sempre secondo il calcolo del chimico, gli Ossidi d’azoto emessi da un eventuale impianto alimentato dai rifiuti organici prodotti da 80.000 utenti, avrebbero invece un raggio di diffusione di addirittura 5.125 mt e sarebbero paragonabili agli stessi rilasciati dalle marmitte di 11.574 TIR da 460 CV Euro 6 al 60% della potenza massima che transitano al giorno per 5 Km a 70 km/h. Va detto che la stima del numero di 80.000 utenti è in difetto rispetto ai quasi 100.000 presenti nei 42 comuni consortili.
Per quel che concerne infine la produzione di polveri sottili e ultrasottili dai cogeneratori degli impianti a biogas, oltre a non essere stati previsti limiti normativi di riferimento, non esistono, al momento, studi e dati di letteratura.
Alla luce di quanto esposto e considerato che Siderno, con i suoi impianti consortili del TMB e di depurazione, con le sue fabbriche in attività e quella dismessa, con le sue due discariche consortili di c.da Capofilipo-S. Leo (vicino svincolo variante 106) e Timpe Bianche, ha già dato, viene da chiedersi se i nostri Amministratori saranno disposti a subire un ulteriore diktat imposto dalla Regione o si schiereranno davvero con i cittadini, come hanno già fatto votando per ben due volte delle delibere a favore della loro salute, che però ora stranamente sembrerebbero messe in discussione?