Sarà stato certamente Lui a soffrirne maggiormente di tutta questa situazione, lassù, tra le stelle del Cielo le più brillanti, visto che non si è fatto ciò che a Lui avrebbe fatto maggiormente piacere, e cioè il giocare al calcio, per di più per fare della beneficenza, a favore dei più bisognosi, come egli ha fatto tante volte lungo il corso della sua, luminosa, carriera calcistica. Perché non si è pensato di parlare con la famiglia di Gianluca per dire di questa lodevole iniziativa?
di Antonio Baldari
La decisa strafottenza di “Ballando con le stelle” ha ceduto il passo all’altrettanto deciso piglio giornalistico e Selvaggia Lucarelli si è ritagliata una buona fetta di “gloria e onore” nel mondo dell’informazione regionale calabrese e non della settimana scorsa; il suo perfetto acume, unitamente a ciò che ogni buon giornalista deve fare – ossia andare alla fonte, ascoltare tutte le posizioni in campo, visionare carte e/o documenti laddove ce ne siano, e poi, in ultima analisi, fare informazione – ha originato la mancata disputa della partita di calcio in quel di Reggio Calabria, allo stadio “Oreste Granillo”, con dedica all’indimenticato campione di calcio italiano Gianluca Vialli.
E, aggiungiamoci anche e soprattutto, il ricavato in beneficenza per coloro che soffrono di autismo: questo lo specifichiamo non già per additare la Collega quale responsabile della cancellazione o rinvio, si vedrà, della tanto attesa gara cui avrebbero preso parte molte leggende, compagni ed anche veri amici dell’indimenticato “Gianluca nazionale”, Selvaggia ha fatto soltanto il proprio dovere ed amen! Piuttosto, lo si sviluppa come concetto essenziale della vexata quaestio per chiedere in questa sede umilmente “Scusa” e “Perdono” al buon Gianluca, se può.
Perché sarà stato certamente Lui che ne ha maggiormente sofferto di tutta questa situazione, lassù, tra le stelle del Cielo le più brillanti, visto che non si è fatto ciò che a Lui avrebbe fatto maggiormente piacere, e cioè il giocare al calcio, per di più per fare della beneficenza a favore dei più bisognosi come egli ha fatto tante volte lungo il corso della sua, luminosa, carriera calcistica; una sofferenza che è stata, evidentemente, anche della sua famiglia nell’avere appreso che si era organizzato un incontro di calcio, per beneficenza, usando il nome dell’illustre familiare.
Ora, al di là di quanto è stato già detto e di ciò che si dirà nei prossimi giorni, o fors’anche settimane, ma si chiede in modo molto sereno e sommesso: perché non si è pensato di parlare con la famiglia di Gianluca per dire di questa lodevole iniziativa? Soltanto questo, sapere perché non è stato informato chi era nel pieno diritto di sapere giacché non è che domani mattina ci si alza e si dice: “Beh, sai che c’è? Che tra un mese facciamo uno spettacolo canoro, in piazza, per ricordare il grande Claudio Villa! Ed il ricavato dell’evento lo daremo per delle borse di studio al conservatorio Tal dei Tali”: e no, mica si fa così!
Prima si ragiona con i diretti interessati manifestando la volontà di onorare il nome del caro congiunto, poi si ascolta la replica, se favorevole o meno, eventualmente ci si attiva per l’organizzazione della manifestazione, si provvede a curare ogni sia pur piccolo dettaglio, dopodiché si presenta urbi et orbi, alla città ed al mondo, altrimenti è chiaro che poi quantomeno un briciolo di sospetto lo si nutre in rapporto all’autenticità dell’iniziativa stessa che rischia, come nel sopraccitato caso relativo a Gianluca Vialli, di andare a monte, con tutte le figuracce del caso.
Proprio l’altro ieri le leggende del Chelsea e del Bayern Monaco hanno ricordato il nostro Gianluca Vialli nel corso di una partita amichevole: niente beneficenza ma soltanto un grande, commosso, omaggio. Gianluca, perdonaci se puoi!