L’oggetto del contendere è stato posto all’attenzione dell’opinione pubblica con il concorso dei vigili urbani, per esso si sono presentati ben 25mila candidati a fronte di soli 800 posti, con una lista di idonei da 2mila nomi per le prossime convocazioni: ed è giustappunto questo il punto nodale poiché i nuovi concorsi non potranno avere una lista di nomi così vasta prevedendolo la norma “taglia idonei”, nel decreto legge 75 del 2023, con cui il Governo Meloni ha stabilito che per ogni concorso pubblico ci sia una lista di idonei pari al 20% dei posti a disposizione.
di Antonio Baldari
Un “No” secco, senza “se” e senza “ma”. E’ quello che dice il Comune di Roma relativamente alle selezioni pubbliche, stante la nuova norma nazionale “taglia idonei” perché “Costa troppo e non garantisce di coprire tutti i posti necessari” – fanno sapere dal Campidoglio, per una strada del tutto nuova che potrebbe aprire degli scenari nuovi nel campo della Pubblica Amministrazione non solo nella Capitale ma anche a livello nazionale; ed invero, l’oggetto del contendere è stato posto all’attenzione dell’opinione pubblica con il concorso dei vigili urbani infatti, la cui graduatoria è stata recentemente pubblicata mercoledì, ed è stato l’ultimo giacché “Non ce ne saranno altri con le stesse caratteristiche” – è stato all’uopo comunicato.
Per esso si sono presentati ben 25mila candidati, a fronte di soli 800 posti, per i quali sono stati necessari quattro passaggi selettivi ed un dispiego imponente di tempo e risorse per ottenere, oltre ai vincitori, anche una lista di idonei da 2mila nomi per le prossime convocazioni: ed è giustappunto questo il punto cruciale poiché i nuovi concorsi non potranno avere una lista di nomi così vasta prevedendolo la norma “taglia idonei”, nel decreto legge 75 del 2023, con cui il Governo Meloni ha stabilito che per ogni concorso pubblico ci sia una lista di idonei pari al 20% dei posti a disposizione.
Nel caso del concorso dei vigili urbani, se si fosse fatto oggi Roma Capitale avrebbe avuto una lista di 960 nomi: 800 vincitori e 160 idonei che costituisce ben poca cosa rispetto ai 2000 idonei avuti invece con la vecchia procedura; la nuova normativa nasce per avere graduatorie sempre aggiornate con i “migliori” ma per Roma, dove i candidati sono decine di migliaia, il discorso è diverso perché di fatto la selezione è già altissima. Dopo tanta fatica, il rischio è che l’Amministrazione non riesca a coprire i posti mancanti.
“Per ogni concorso c’è un 20-30% di vincitori che non accetta il posto perché nel frattempo questi hanno trovato un altro impiego – afferma l’assessore capitolino alle politiche del personale, Catarci – o perché, venendo da fuori Roma, non possono permettersi il costo della vita da fuori sede, e quindi, con il 20 per cento di idonei, non riusciremmo a coprire neanche i posti necessari, da cui deriva, a conti fatti, che il costo del concorso diventa troppo alto e inutile essendo, pertanto, più ragionevole assumere dalle graduatorie degli enti pubblici che hanno sede su Roma”.
Insomma, per Roma servono indubbiamente delle disposizioni e delle risorse ad hoc come accade per le altri capitali europee, cancellando la quota del 20 per cento del “taglia idonei”, lasciando disponibile tutta la graduatoria: sarà così, nell’immediato, non solo per la “Caput Mundi” ma anche per la Pubblica Amministrazione italiana?