RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Tra qualche giorno, domenica 5 ottobre p.v. i calabresi saranno chiamati ad esprimere il proprio voto per scegliere con il metodo delle primarie il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione.
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In lizza ci saranno Gianni Speranza (Sel), Mario Oliverio (PD) e Gianluca Callipo (PD). Il minimo comune denominatore dei tre candidati sembrerebbe essere – stando alle dichiarazioni – la netta discontinuità con il modello di governo degli ultimi 5 anni propostoci da Scopelliti; la differenza, invece, una diversa visione delle politiche di centrosinistra da mettere in campo a livello regionale. Una sfida che sembrerebbe passare in sordina se a disturbarne l’armonia, di tanto in tanto, non intervenissero voci che vorrebbero un’interferenza di rappresentanti politici del centrodestra nelle stesse.
Sia chiaro, non siamo così ingenui da pensare che in passato le primarie non abbiano mai visto la partecipazione di votanti provenienti dagli schieramenti opposti, miracolosamente “convertiti” al credo democratico: sarebbe miope da parte nostra pensare una cosa del genere. Quello che però non avevamo previsto è che rappresentanti politici – a volte anche istituzionali – del centrodestra irrompessero in una partita che dovrebbe avere un recinto ben delineato: il centrosinistra.
Certo, i più avveduti potrebbero dire che ormai amministrare un territorio vuol dire andare oltre gli steccati ideologici rappresentati dal centrodestra e dal centrosinistra; altri ancora, invece, potrebbero sostenere che oggi le differenze tra i due opposti schieramenti sono ridotte a piccolissime enclave ideologiche all’interno dei rispettivi schieramenti. Sono molteplici le giustificazioni addotte dai più ai repentini cambi d’opinione a cui la nostra società ci sta via via abituando.
Tra i più in voga, ultimamente ricordiamo quelli dei politici che cambiano schieramenti di riferimento. Ebbene, è di ieri la notizia di un incontro ristretto tra il candidato Callipo e l’amministrazione di destra di Locri. Niente di male se si pensa ad un incontro tra due primi cittadini (Callipo è l’attuale sindaco di Pizzo) che discutono di problemi che attanagliano le Amministrazioni al giorno d’oggi, ancor meno se si pensa ad un papabile candidato a governatore che decide d’incontrare un rappresentante istituzionale di una terra che vanta un notevole gap di sviluppo rispetto alle altre zone della Calabria. La cosa che, invece, suona alquanto strana è che, a parte le porte chiuse insieme a tutta la maggioranza consiliare, l’incontro di ieri sia sfociato in un endorsement dell’amministrazione comunale al “candidato alle primarie” Callipo, non al candidato Governatore Callipo. Tralasciando il significato politico che – per un’Amministrazione eletta con la benedizione di Scopelliti – potrebbe avere un trasferimento armi e bagagli sotto l’ala del centrosinistra, preferiamo concentrarci sul significato che per noi del PD potrebbe avere un tale disegno ma soprattutto sull’idea che i nostri affezionatissimi elettori e simpatizzanti potrebbero farsi del nostro Partito. Se è vero come è vero che bisogna soprattutto provare a far cambiare idea agli elettori che fino a ieri hanno avuto vedute diametralmente opposte alle nostre, è altrettanto vero che per fare ciò non dobbiamo capovolgere il nostro modo di essere, di pensare, le nostre idee: rischieremmo di convincere gli altri e risultare incomprensibili ai nostri.
Se rappresentanti politici di centrodestra – nel sostenere la candidatura di un uomo del centrosinistra all’interno di primarie di coalizione – si affannano a sottolineare che sono e rimarranno di destra, tre sono le cose: o loro non sono di centrodestra, o il candidato non è di centrosinistra, oppure è inutile continuare a mantenere in vita la predetta dicotomia. Ma a questo punto non avrebbe senso nemmeno fare le primarie di coalizione. Sarebbe un’inutile spesa di tempo e denaro: basterebbe scegliersi i compagni di viaggio sulla scorta di rapporti personali o sulla base di idee e progetti. Da sciocchini quali siamo, ahinoi, stentiamo però a credere che chi fino a ieri stava con Scopelliti, improvvisamente oggi possa avere la stessa visione progettuale di un partito traghettato da Renzi nel PSE e del quale, in Calabria, fanno parte persone che hanno contrastato i “modelli” Reggio e Regione. Crediamo, piuttosto, di trovarci di fronte ad una crisi profonda della politica, sempre più avvitata su se stessa, schiacciata sulle proprie alchimie e chiusa nei palazzi. Che non si preoccupa di cosa potrebbe pensare un cittadino qualunque davanti a scelte incomprensibili o comprensibili solo per pochi. Alla quale il Partito Democratico dovrebbe cercare di restituire la dignità perduta, non regalare l’ennesimo rossore. Ciononostante, ci sentiamo in dovere di rivolgere un in bocca al lupo a Gianluca Callipo, augurandoci che – qualora dovesse diventare il nuovo Governatore della Calabria – possa essere il Governatore di tutti i calabresi, anche di quelli di centrosinistra.
Coordinamento PD Locride