di Gianluca Albanese
CAULONIA – Altro che le bottiglie molotov e le bombe a mano che i loro coetanei degli anni ’70 (non per niente denominati “anni di piombo”) lanciavano nelle manifestazioni di piazza.
Le parole contenute nella riflessione dei cittadini Andrea Carnì e Alessandra Lavorata pesano come macigni, picchiano duro senza guardare in faccia gli avversari, non hanno alcun marchio di partito o parte politica. Arrivano dal basso ma sanno colpire molto in alto. Non è un caso se li abbiamo semplicemente definiti “cittadini”: sono una parte di popolo che, senza voglia di cedere al qualunquismo e all’anti-politica rivendica il proprio diritto ad essere cittadini, la facoltà di dire la propria su temi che riguardano il bene comune senza per forza di cose parlare “in conto terzi”.
Avremmo potuto più genericamente catalogarli come “giovani cittadini”, ma ogni riferimento alla loro età avrebbe finito per sminuire la portata della loro riflessione. Già, Andrea e Alessandra sono cittadini, rivendicano il loro diritto ad essere ascoltati dai propri rappresentanti istituzionali e, se fossimo in questi ultimi, prenderemmo molto sul serio le loro parole.
Qualche volta abbiamo incontrato e ascoltato Andrea e Alessandra, alle riunioni aperte di “Insieme per Caulonia”. Hanno posto sempre, con senso critico e nessuna attitudine al vassallaggio, questioni di merito, fatti specifici e non accuse indiscriminate. La sfida, per chi amministra il presente e amministrerà nel futuro sarà quella di dare risposte ai tanti Andrea e Alessandra che ci sono in giro e che vengono accusati di non interessarsi della vita pubblica della loro comunità. Quando lo fanno, però, non devono e non vogliono essere trattati come burattini, nelle mani di alcuno, perché quello che dicono e pensano è frutto della loro totale indipendenza e autonomia.
Si dice sempre che un politico guarda alle prossime elezioni, mentre uno statista pensa alle prossime generazioni. Ascoltare, pensare e venire incontro ad Andrea, Alessandra e a quelli come loro sarebbe già un momento di crescita per l’attuale classe dirigente e per quella futura.