di Gianluca Albanese
SIDERNO – Un intervento di alto profilo e di respiro quantomeno nazionale. Che, per una volta, restituisce un po’ di residua fiducia e speranza per il futuro di questa terra e della sua classe dirigente. Ben vengano le manifestazioni come quella organizzata ieri nella sala consiliare del Comune di Siderno dal movimento “Possibile” se costituiscono un occasione di dialogo e confronto tra idee alcune volte diverse, se non configgenti, ma che restituiscono contenuti, capacità di analisi, lucidità e visione futura alla politica.
Ci riferiamo, in particolare, all’intervento del sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda, classe 1979, l’ultimo dopo le conclusioni affidate al parlamentare Luca Pastorino dall’ottimo moderatore Silvio Frascà, coordinatore del movimento “Possibile” nella Locride.
Confessiamo di aver assistito all’intervento di Fuda senza prendere appunti. Per fortuna non ce n’è stato bisogno. Perché i concetti sono stati espressi in maniera talmente lucida e chiara da rimanere sufficientemente impressi nella mente di chi ha ascoltato.
Zero retorica, molto pragmatismo – come quello manifestato dal sindaco di Siderno Pietro Fuda, in occasione del suo intervento – ma conciliato con una visione politica maturata nel corso di una ventennale militanza, e che fa capire, qualora ce ne fosse bisogno, che la scelta di votare per lui nel Consiglio Metropolitano è stata la migliore per ridare un po’ di speranza per il futuro della Locride.
E proprio dal concetto concreto di Città Metropolitana di Reggio Calabria ha esordito Salvatore Fuda, dicendo che «Siamo perfettamente consci che non abbiamo né la popolazione tale da definirci Città Metropolitana e nemmeno le vie di comunicazione stradale tra il centro e la periferia che dovrebbero agevolare gli spostamenti quotidiani – specie per lavoro – verso il capoluogo. Forse – ha aggiunto Fuda – è stata una sorta di “regalo” dell’allora governo Berlusconi che fece a Reggio Calabria. Al momento, non siamo ancora operativi perché abbiamo sì il sindaco metropolitano e il consiglio metropolitano eletto lo scorso 7 agosto, ma non abbiamo ancora la conferenza metropolitana, e quindi non possiamo dire di essere già al completo sotto il profilo istituzionale. Tuttavia, l’occasione va sfruttata e ci impegneremo per farlo appena sarà possibile».
Quindi, non è mancato un riferimento al federalismo fiscale. «Il modello voluto dalla Lega Nord – ha detto Fuda – è quello che ha avuto il sopravvento, col risultato che gli enti locali devono poter contare quasi esclusivamente sulle proprie risorse per poter assicurare l’erogazione dei servizi ai cittadini, anche se rimangono ancora altissimi i tassi di evasione tributaria, come nel mio comune laddove si attesta attorno al 50%. Il punto è che sono progressivamente venuti meno i trasferimenti di risorse dal governo centrale agli enti locali e ogni meccanismo di solidarietà, perequazione e redistribuzione delle risorse verso le aree più deboli si sta riducendo al lumicino: non si può pensare che un comune della Locride viaggi alla stessa velocità di una città del Nord, eppure possiamo operare solo in queste condizioni, con l’amministrazione che spesso si riduce a dover fare l’esattore dei tributi per conto dello Stato». Un concetto, quest’ultimo, ribadito spesso in occasione dei consigli comunali dallo stesso Fuda, che ha poi aggiunto che «La Costituzione, così come concepita, prevedeva il ruolo dei partiti come corpi intermedi capaci di garantire la partecipazione del cittadino ai processi decisionali del Paese. Ora, con la crisi dei partiti e il venir meno del valore della militanza, tutto questo non è più possibile, e lo dico io che ora non ho tessere di partito, ma che anche quando militavo in Rifondazione Comunista, dovevo mio malgrado constatare che le lotte tra correnti e i personalismi spesso prendevano il sopravvento sull’attività tesa a dare risposte ai cittadini per risolvere i problemi della comunità».
Un compito, difficile, questo, in tempi in cui le liste elettorali sono bloccate, il voto di preferenza è venuto meno, e sono le segreterie dei partiti a decidere a priori chi saranno i candidati con maggiori chance di elezione, erodendo capacità decisionale agli elettori.
«Solo a livello locale – ha detto Salvatore Fuda – è rimasta maggiore capacità di partecipazione dei cittadini, perché le liste si compongono liberamente (anche rispetto al giogo dei partiti) e i programmi si fanno ancora in maniera partecipata, e allora occorre rilanciare il ruolo degli enti locali come ultimo baluardo di partecipazione libera alla politica».
Da qui al processo che ha portato alla formazione della lista “Locride Metropolitana”, nella quale è stato eletto al Consiglio Metropolitano di Reggio Calabria il passo è breve.
«Abbiamo fatto questa lista trasversale nella quale si è dato spazio a diverse sensibilità, proprio per dare modo alla Locride di essere presente in questo importante organismo. La sfida era difficile ma almeno questo primo passo, importante, è stato compiuto. Ora tocca proseguire su questa strada».
Beh, che dire? Che in tempi personalizzazione della politica, dei partiti “liquidi” che diventano vetrine per ambiziosi e figure che possono fare affidamento solo sulla fedeltà al leader, e di una comunicazione fatta di slogan con Berlusconi, e di hashtag con Renzi, l’unico argine può essere rappresentato dalla valorizzazione della partecipazione alla vita politica degli enti locali.
Un messaggio forte e chiaro al legislatore, che i parlamentari e le figure di rango nazionali presenti alla manifestazione di “Possibile” devono saper cogliere e che ha rappresentato – a nostro modo di vedere – un modo per elevare il livello di un dibattito che se da un lato ha avuto il merito di dare voce a tutte le sensibilità presenti tra il pubblico, dall’altro, in alcuni interventi, è stato viziato dal furore ideologico e dall’appartenenza a questo o a quel partito.
Insomma, per una volta, i politici non sono tutti uguali.