SIDERNO – Imbarazzante. Solo così si può definire la risposta dell’elettorato sidernese di centrosinistra alle elezioni Primarie tenutesi ieri. In attesa di reazioni ufficiali da parte di partiti e movimenti presenti sul territorio, infatti, non si può non evidenziare la freddezza mostrata da un elettorato un tempo assai sensibile al richiamo delle urne, specie quello di centrosinistra, da queste parti tradizionalmente maggioritario, almeno nel secolo scorso. Già, perchè al di là delle frasi retoriche urlate a gran voce da qualche militante cittadino al termine dello spoglio di ieri sera, la comparazione con i dati che giungono dagli altri centri più popolosi del comprensorio non fa fare bella figura al centrosinistra sidernese, specie se si prende in esame il rapporto tra elettori delle Primarie e il totale degli aventi diritto. A Siderno, infatti, ha votato appena il 2,9% dell’elettorato cittadino; altrove hanno fatto tutti meglio. Tralasciando i piccoli centri, è un crescendo di dati altrove: si va dal 5,6% di Bovalino al 5,7% di Caulonia, passando per il 7,6% di Locri. Le eccellenze del centrosinistra locrideo, invece, sono Roccella, col 9,4% di partecipazione alle primarie, e Bianco, che addirittura va a due cifre, attestandosi sul 10,9%. Non è bastata, dunque, la buona macchina organizzativa messa in piedi dal circolo cittadino del Pd che ha fatto funzionare bene il seggio, e nemmeno le motivazioni dei renziani organizzati o dei vendoliani disorganizzati e spontanei. L’elettorato sidernese è rimasto sostanzialmente indifferente, hanno votato solo i “soliti noti” e questo, come già evidenziato ieri sera su Lente Locale, non lascia ben sperare al centrosinistra cittadino che, complici le operazioni di polizia e magistratura che hanno fatto finire sotto la lente d’ingrandimento le ultime due amministrazioni di centrodestra con la commissione d’accesso che sarà presente a palazzo di città fino a metà dicembre, già sembra pregustare una facile vittoria alle prossime elezioni amministrative, ovviamente quando si terranno. Una cosa è certa: partiti e movimenti non potranno limitarsi a guardarsi allo specchio e coltivare narcisistiche velleità di autosufficienza elettorale. Dovranno cercare l’unità delle forze alternative al centrodestra e penetrare efficacemente nella società civile, quella, per intenderci, che ha bocciato il centrosinistra nelle ultime due competizioni comunali. La sfida che attende le forze politiche strutturate nel territorio è questa, e far finta di nulla o trincerarsi dietro le solite frasi di circostanza, infatti, equivale a nascondere la polvere sotto il tappeto.
GIANLUCA ALBANESE
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