Sono così: “dolcemente complicati”. Sono i militanti del Partito Democratico locrideo in generale e locrese in particolare. Sono stati loro, con le cose dette, e soprattutto con quelle non dette, a offrire gli unici spunti polemici nell’incontro tenutosi questa sera nella sede del movimento politico LocRinasce, in via Campo Sportivo. Un incontro, sia ben chiaro, ben organizzato e ottimamente condotto dal coordinatore Pietro Parrotta, che nelle inedite vesti di moderatore, ha dato spazio a tutte le anime del centrosinistra che domenica si confronteranno nelle primarie grazie alle quali il popolo del centrosinistra sceglierà il candidato alla presidenza del Consiglio. Non c’erano i sostenitori della Puppato (probabilmente non presenti sul territorio), e nemmeno quelli di Tabacci, che invece a Locri sono rappresentati dal coordinatore provinciale dell’Api Sergio Laganà, il cui rappresentante nella fu giunta Lombardo Francesco Galasso non ha condiviso la scelta delle dimissioni della maggioranza, non sottoscrivendole e, stando a quanto trapelato in via ufficiosa, non senza qualche strascico polemico. C’erano invece i sostenitori di Bersani, rappresentati dagli animatori del comitato locale pro Bersani Emanuele Marando e Barbara Panetta, c’era Pino Mammoliti, a rappresentare i supporters di Renzi e c’era il vendoliano Ruggero Brizzi da Bovalino, accolto con tutti i garbi e gli onori che si riservano agli ospiti di riguardo. Tutti hanno parlato ed esposto in maniera chiara, informale, plurale le loro idee e le ragioni per le quali appoggiano questo o quel candidato. Ma c’era soprattutto la base, quel popolo di centrosinistra che, nella sede di un movimento politico d’ispirazione civica, ha ascoltato e ragionato, in maniera autonoma e senza legami di appartenenza partitica, quello che c’era da ascoltare, sicuramente uscendo dalla sede con le idee più chiare sull’appuntamento delle primarie, del quale tutti hanno compreso lo spirito e l’importanza. Resta il tempo per qualche considerazione, nella Locride delle faide interne ai circoli del Pd, quei circoli spesso fatti a immagine e somiglianza dei maggiorenti che li hanno ispirati, i circoli delle regole non universalmente condivise e di qualche purga dal sapore staliniano. Stasera LocRinasce ha offerto un momento di dialogo e confronto senza precedenti, ma ha anche rubato la scena – giusto per non perdere il vizio di leggere i fatti politici con occhio malizioso – a un circolo cittadino rinnovato da due mesi e mezzo, ma che finora – da quanto siamo riusciti ad apprendere – non ha organizzato alcun incontro in vista delle primarie e che, stando a qualche “mal di pancia” colto a margine dell’incontro odierno, non si sarebbe esposto più di tanto durante la recente crisi amministrativa di Locri che si è conclusa con le dimissioni di Lombardo e di quasi tutti i suoi sostenitori in Consiglio e in Giunta. E allora, se la vediamo così, LocRinasce non ha rubato la scena ai democrat locresi, ha semplicemente colmato un vuoto palesato dal circolo cittadino del Pd. Ha rappresentato la base, in maniera autentica, genuina, come evidenzieremo citando l’intervento dell’ex sindaco Pepè Lombardo, che ha seguito l’evento seduto in penultima fila, come un militante qualsiasi, interpretandone il senso forse meglio di tutti. Già, perché sarà stata anche un po’ fuori tema la domanda posta ai bersaniani Marando e Panetta dalla collega Emanuela Alvaro del Quotidiano della Calabria ma assolutamente interessante, perché animata non da appartenenza o simpatia politica verso alcuno, bensì dalla curiosità giornalistica, vero e proprio sale della cronaca politica. La collega ha chiesto ai due giovani dirigenti del Pd come mai abbiano sentito l’esigenza di costituire un comitato pro Bersani in vista delle primarie di domenica prossima, una sorta di struttura parallela rispetto al locale direttivo che pare orientato a sostenere l’attuale segretario nazionale del partito, chiedendo altresì se dietro la scelta di costituirsi in comitato, ci sia la voglia di smarcarsi dal direttivo cittadino e dalla sua segreteria, convintamente appoggiati dai due nella fase congressuale cittadina del mese di settembre. E se Marando ha risposto in maniera garbata ma dalemianamente diplomatica che «Una cosa non esclude l’altra», non è passata inosservata la piccata reazione della Panetta, che ha contestato il senso e la legittimità della domanda della giornalista sidernese. E così, al di là di quello che i democrat hanno detto (compresi i sassolini dalle scarpe estratte da Barbara Panetta contro Pino Mammoliti e da questi restituiti qualche minuto dopo) continuano a fare discutere le cose che i democrat non hanno detto. Il senso della domanda della Alvaro, invece, è stato ben compreso dai veterani di LocRinasce, come Marcello Pezzano, ma anche e soprattutto come Pepè Lombardo, che ha chiesto e ottenuto la parola per lanciare un messaggio che da un lato racchiude il senso dell’iniziativa odierna, ma che suona pure come un severo e paterno monito nei confronti di chi vuole impegnarsi in politica per il proprio paese anche al di là di un appuntamento atteso e appassionante come quello delle primarie. «E’ la base – ha detto Lombardo – quella che dovrà dare continuità allo spirito delle primarie, soprattutto i giovani, che devono impegnarsi nei partiti facendoli tornare quei punti di riferimento fondamentali per i cittadini» e non – aggiungiamo noi – scuderie in cui si consumano scontri fratricidi, primarie che rischiano di diventare occasioni di rivalsa per chi è uscito sconfitto dalla fase congressuale, o eterne contrapposizioni da novelli Guelfi contro Ghibellini. Già, la base. Quella base che oggi ha assistito a un confronto che nella conduzione e nell’organizzazione ha offerto, con le dovute proporzioni, quella buona impressione destata dal confronto tra i cinque leader andato in onda otto giorni fa su Sky. Quella base oggi rappresentata nel suo volto più autentico dai militanti di LocRinasce, oggi orfani di un circolo non sempre presente come vorrebbero. E se ne nascesse un altro a Locri, di circoli del Pd? L’ipotesi appare meno fantascientifica dopo l’osservazione dei fatti di queste settimane. Se ne discuterà, probabilmente, dopo le primarie di domenica. Chi vivrà vedrà.
GIANLUCA ALBANESE