di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Se qualche perplessità dovesse mai sorgere riguardo la tenuta potenziale dell’aggregazione nota come “Roccella bene comune”, con candidato sindaco Mimmo Circosta, questa sarebbe da ascrivere al carattere fin troppo eterogeneo della sua composizione, con riferimento sia ai candidati che ai sostenitori.
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All’occhio del cronista, infatti, non sfugge una platea come quella di questo pomeriggio, in cui c’è tutto e il contrario di tutto: il missino Claudio Belcastro e il comunista Nicola Lucà; il democrat Ilario Ammendolia e il liberale Walter Melcore; il repubblicano Aldo Chiefari e il Piddino Nicola Iervasi, solo per citarne alcuni.
Il collante che tiene insieme queste figure così distanti dal punto di vista ideologico è solo uno: l’antitesi all’asse Zito/Certomà, quella del pensiero dominante in città e del “modello” propugnato da lustri dall’ex senatore socialista.
E allora, pur di proporre un’alternativa a questo modo di amministrare Roccella, ci si unisce, e capita pure di vedere Walter Melcore dare il “cinque” al segretario cittadino del Pd Mimmo Bova, ex deputato dei Ds.
C’è chi la butta sul sociale, contro i sostenitori della “casta”, come la giovane mamma e professionista Vanessa Riitano «Figlia di muratore e di addetta alle pulizie», laureata in ingegneria ambientale, che diventa emblema di un sogno americano in salsa locale, da contrapporre alla candidata della lista avversaria Paola Circosta «Figlia di Michele – ha ricordato Mimmo Circosta – che è socio del Porto delle Grazie» facendo passare chiaro il messaggio della “self made woman” diversa dalla discendente di una nota dinastia imprenditoriale.
Ma ci sono anche alcune scelte opinabili nella comunicazione del leader di “Roccella Bene Comune”, come quella d’indicare a modello di spettacolo (da contrapporre al festival jazz di Roccella) con ricadute positive sul territorio il Kaulonia tarantella festival: «Grazie al quale – ha detto – sono nati gruppi come i Taranproject e i Gioia Popolare e che ha fatto nascere molte realtà associative e imprenditoriali sul posto». Tutto ciò è vero solo in parte, visto che per lunghissimi anni la direzione artistica del festival è stata del napoletano Eugenio Bennato che da un paio d’anni ha passato il testimone alla società romana CNI la quale da anni già gestiva la logistica del festival. Se poi per ricadute positive sul territorio s’intendono le bancarelle di panini con salsiccia a piazza Mese…beh. Allora sì.
Ma non solo. Nel filmato, si elencano una serie di cose che Roccella ha perso. Tra esse viene indicata anche la sede della tenenza della guardia di finanza, che in realtà ha dovuto lasciare i locali della zona “Antica Dogana” per dinamiche tutte interne al Corpo d’Armata (inadeguatezza dello stabile, nuove normative nazionali) per trasferirsi nel plesso ubicato nei pressi del Porto delle Grazie.
E poi, ma questa è solo una nostra opinione, ci ha fatto male vedere che tra le attività commerciali chiuse o col cartello “vendesi” o “affittasi” dei negozi in paese, si sia voluto includere nel video della campagna elettorale anche “Remix” di via Roma, il negozio di dischi ed elettronica gestito, fino a due anni fa, dal compianto Peppe Russo, scomparso prematuramente per un male incurabile e il cui ricordo è ancora vivissimo tra quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Già, il cartello “vendesi” sulla porta a vetro di quel negozio non c’entra nulla con dinamiche politico-economiche, ma, piuttosto, evoca una morte che ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti noi. Quanto basta per capire che quell’immagine non può, né dovrà mai diventare, oggetto di propaganda elettorale.