di Gianluca Albanese
SIDERNO – I processi sommari non ci sono mai piaciuti; la negazione dell’evidenza, però, nemmeno. L’operazione “Erga omnes” condotta oggi dalla Guardia di Finanza consegna alla nostra attenzione una classe politica di sinistra, centro e destra che, alla luce dei fatti contestati, appare indegna di rappresentare gli elettori per bene. Fare la cresta sui rimborsi è qualcosa che non fa loro onore, perché si tratta di spendere soldi pubblici per usi privati. E allora, in attesa di conoscere l’esito del processo a carico dei tre consiglieri regionali della passata consiliatura (Nino de Gaetano del Pd e il suo predecessore nell’incarico di assessore regionale ai Trasporti Gigi Fedele) e il senatore Ncd Gianni Bilardi (per il quale verrà chiesta l’autorizzazione a procedere) e di sapere che aria tira fuori dalla Calabria (laddove sono stati destinati per obbligo di dimora l’ex autista di Bilardi Carmelo Trapani, Gianni Nucera dei Popolari Liberali, Pasquale Tripodi del Centro Democratico, Alfonso Dattolo dell’Udc e il pezzo da novanta del Pd cosentino Nicola Adamo – strill.it ci ricorda anche che nella medesima inchiesta sono indagati anche l’assessore al Lavoro Carlo Guccione e il presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo – un pensiero su quella “classe dirigente” del Pd locrideo che è legata a doppio filo con i soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi oggi, lo vogliamo fare.
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Lungi da noi voler uccidere Sansone e tutti i filistei, ma, tralasciando l’elettorato “liquido” (e a tratti machiavellicamente amorale dei vari Nucera e Bilardi), ci possono spiegare gli spettatori della proiezione del film su Berlinguer di qualche mese fa, in un’affollata sala cinematografica locrese e in comitiva, come si concilia la visione di certe pellicole, la commozione all’uscita del cinema, con il convinto supporto elettorale, l’attitudine ancillare, la difesa a prescindere e l’adolescenziale ricerca del selfie congiunto nei confronti di Nino De Gaetano?
Possibile che cadano tutti dal pero stamattina? Possibile che nessuno si sia posta la Questione Morale ogni volta che si è fatto immortalare insieme all’ormai ex assessore regionale ai Trasporti, ogni volta che ha banchettato con lui e ogni volta che lo ha difeso a spada tratta dagli schizzi di fango che arrivavano a margine di un’altra operazione, quella condotta a carico del potente clan reggino del Tegano, o forse l’esercizio della Questione Morale è limitato alla sola visione della pellicola di Walter Veltroni?
E’ questo il cambiamento che vuole la pur volenterosa classe politica locridea, dall’età mediamente bassa, che aderisce al Pd e si esercita quotidianamente nella sua “ginnastica d’obbedienza” senza porsi nemmeno il problema di chi sta sostenendo, con chi si fa i selfie e con chi va a cena?
E’ questo il cambiamento che vuole la classe politica del Pd locrideo?
Oggi De Gaetano si è dimesso dall’incarico di assessore regionale e si è autosospeso dal Pd, recitando un mantra come quello della “fiducia nella magistratura” e della sua “assoluta estraneità ai fatti” che sentiamo almeno dal 1992, per bocca dei vari Craxi, Andreotti e Forlani prima, Previti, Dell’Utri e Cuffaro poi.
Possibile che quei militanti del Pd onesti e volenterosi, che conosciamo e stimiamo da sempre non si siano mai posti il problema, continuando a mostrare cieca e acritica fiducia nel loro leader?
Sono interrogativi che ci poniamo, ma che dovrebbe porsi anche il presidente della giunta regionale Oliverio: il suo Pd non candidò De Gaetano e Naccari alle Regionali “per ragioni di opportunità politica”; poi, dopo il voto, Oliverio dovette onorare una cambiale elettorale pesantissima, nominando De Gaetano assessore esterno.
E’ questa la Regione che sognavano i militanti e simpatizzanti del centrosinistra, che hanno vissuto come una liberazione la fine anticipata dell’era Scopelliti?