E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 141 del 20 giugno 2017 e, in attesa della conversione in legge, vige dallo scorso 21 giugno. Si tratta del Decreto Legge n. 91 contenente “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”. Un tema vecchio quanto l’Unità d’Italia ma che, in tempi di leghismo dilagante anche nelle regioni centromeridionali e di antipolitica diffusa, mostra comunque, pur nella condizione di non floridità delle casse nazionali, l’attenzione del Governo Gentiloni verso le regioni più disagiate.
E’ il caso, dunque, di accennare ai contenuti più importanti, a partire dalla misura a favore dei giovani imprenditori, denominata “Resto al Sud”, destinata ai giovani dai 18 ai 35 anni che, se costituiscono nuove imprese, possono ricevere un finanziamento fino a un massimo di 40mila euro, anche come singoli soci di società o cooperative.
Il finanziamento per la creazione di attività imprenditoriali relative a produzione di beni nei settori dell’artigianato e dell’industria, ovvero relativi alla fornitura di servizi, prevede un contributo a fondo perduto del 35% e un prestito a tasso zero per il restante 65%, da rimborsare entro otto anni complessivi dalla concessione del finanziamento.
Nelle società di nuova costituzione condotte dai nuovi giovani imprenditori, possono entrare anche dei soci over 35, purché il loro numero non superi 1/3 del numero totale dei soci.
Particolari misure, poi, saranno destinate alle imprese agricole e a quelle tese alla valorizzazione di terreni abbandonati o incolti e di beni immobili in stato di abbandono. Per questi ultimi, il decreto prevede che il beneficiario presenti preventivamente un progetto contenente le attività che intende eseguire, tra cui quelle agricole, artigianali, commerciali e turistico-ricettive. Il beneficiario assumerà la detenzione del bene e avrà facoltà di godere e trasformare materialmente il bene medesimo in conformità al progetto.
Un altro capitolo molto importante è quello che prevede l’istituzione di zone economiche speciali (ZES).
«Per ZES – è scritto nel decreto – si intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purche’ presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).
Per l’esercizio di attivita’ economiche e imprenditoriali le aziende gia’ operative e quelle che si insedieranno nella ZES possono beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementale degli investimenti e delle attivita’ di sviluppo di impresa».
E se il decreto specifica che le proposte di istituzione di una ZES possono essere presentate dalle Regioni, va da sé che la nostra zona, data la vicinanza al Porto di Gioia Tauro, potrebbe essere parte di una ZES, magari comprendente l’intera area metropolitana di Reggio Calabria. Naturalmente, non possiamo che sperare in una classe di amministratori preparati e lungimiranti e capaci di cogliere questa grande opportunità.
Ricordiamo, infatti, che tra i vantaggi per gli imprenditori che operano all’interno di una ZES, ci sono benefici fiscali e procedure semplificate.
A proposito di semplificazioni, il decreto prevede un capo III specifico, recante, tra gli altri, disposizioni di semplificazione per la valorizzazione dei Patti per lo sviluppo, valorizzazione dei Contratti istituzionali di sviluppo (CIS), disposizioni di semplificazione in materia di amministrazione straordinaria e misure urgenti ambientali in materia di classificazione dei rifiuti, più ulteriori interventi per il Mezzogiorno e la coesione territoriale, che riguardano programmi per la riqualificazione e la ricollocazione di lavoratori coinvolti in situazione di crisi aziendale o settoriale, interventi urgenti per il contrasto della povertà educativa minorile e della dispersione scolastica, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, e misure urgenti per affrontare situazioni di marginalità sociale.
Dunque, in attesa che il decreto venga convertito in legge, seguiamo con attenzione il suo iter parlamentare, sperando che possa costituire l’occasione per molti giovani di uscire dal limbo della disoccupazione, magari col sostegno utile e consapevole di amministratori attenti e lungimiranti che per fortuna non mancano nemmeno dalle nostre parti.