di Domenica Bumbaca
LOCRI – Andare in gita con i propri compagni non è permesso, perché gli Enti competenti, dopo essere stati interpellati con una richiesta scritta, ed in questo caso, il Comun di Locri e la scuola, non hanno risposto. Così mercoledì di buon mattino, per gli altri, il signor Romeo con suo figlio disabile, ha dovuto farsi rispettare, manifestando la propria disapprovazione, bloccando l’autobus con a bordo i bambini felici di andare in gita a Condojanni.
Ma Nicola, suo figli portatore di handicap, su quel pullman privato non ci può salire perchè non adatto e allora perché lasciarlo a casa? Ha pensato il signor Romeo. “Non potevo far finta di nulla e lasciar passare la cosa inosservata. L’uscita è stata istituita in modo inadeguato e, gli alunni diversamente abili non hanno potuto accedere all’autobus. Era stato chiesto per iscritto alla scuola e all’ente locale riguardo le uscite didattiche, di attenersi alle leggi e rendere la gita accessibile– dice il signor Romeo. Era stato chiesto lo scuolabus del Comune di Locri adattato con rampa per la salita e la discesa della carrozzina ma, le richieste non hanno avuto esito, una triste indifferenza e insofferenza da parte delle istituzioni, fino a mattina di mercoledì”. Solo dopo la sua protesta, dove ha trovato spazio la solidarietà di genitori ed insegnanti e il supporto di Polizia e Carabinieri, è intervenuto il sub commissario Di Giorgio del Comune di Locri il quale, rimasto sul posto, si è attivato telefonicamente ed ha tamponato la situazione, facendo arrivare un mezzo adattato con rampa concesso dall’associazione L.A.D.O.S di Gioiosa che, alle 11:30 è arrivato per accompagnare Nicola. “È una piccola battaglia vinta che, ha creato (si spera) un precedente che dovranno ricordare per le successive occasioni- ha riferito Romeo”. Ancora una volta si è pensato di agire straordinariamente, mentre in altri paesi europei, l’accessibilità ai mezzi di trasporto per i ragazzi disabili, è, legalmente, cosa comune. Non c’è da ringraziare nessuno, né commissari, né Istituzioni, c’è solo da farsi un esame di coscienza, tutti. Nicola ha visto suo padre bloccare, come un disperato (ma disperato non è), un pullman per farlo andare in gita. Altri bambini lo hanno visto. Ed un momento felice è stato interrotto da spiacevoli inconvenienti, tranquillamente, evitabili se ognuno facesse il proprio dovere, o quanto meno, ci si mettesse per un giorno nei panni di un genitore che per la felicità di un figlio deve oltrepassare il limite per rendere normale la quotidianità. Proviamo a sederci su una carrozzella e saliamo su quell’autobus senza rampa. Proviamoci.