R. & P.
Giunge inaspettatamente, ed attraverso la formula della “lettera aperta”, l’augurio – appello rivolto dall’artista Bruno Panuzzo agli amministratori dei quarantadue comuni locridei. Inviando un simbolico girasole (in rappresentanza della luce e della speranza) Panuzzo ed i centodieci ragazzi coinvolti nel progetto “Rica – L’ultima grande storia”, spronano gli Amministratori alla riflessione. “Vi giunga il Nostro conforto nel reprimere ogni giorno le diverse forme di violenza e la tiranneria della criminalità organizzata” si legge nel comunicato, che è stato diffuso anche attraverso i social network. Tale gesto sottolinea che i giovani della Locride patiscono fortemente uno stato di cose giunto ormai all’apice dell’umana sopportazione. Il comunicato non “punta il dito” contro nessuno, ma sprona, nel contempo, ogni organo della civile società a compiere con amore e perizia il proprio dovere. In questo caso sono i giovani ad avvicinarsi alle istituzioni e non il contrario. I ragazzi comprendono pienamente il difficile periodo, che non si accinge a trascorrere e s’impegno nel cooperare, nel proporre nell’esaminare la situazione senza accusare nessuno e senza assurgere a profeti incompresi. Tutto si sviluppa dalle tematiche sociali dell’opera filmica “Rica” di Bruno Panuzzo: nella quale viene evidenziata questa forma di “cooperazione non discriminante”. Nel film la collaborazione dei giovani mossi da ideali sani e solidi, dall’amore per la musica dei Beatles e dai principi valevoli dello sport compiono nella Locride una “rivoluzione”: denunciando e favorendo la giustizia in un grave fatto di cronaca nera. Dalla finzione filmica si giunge alla realtà (evidenziando ovviamente le oggettive difficoltà e le problematiche, nel porre in essere, un concetto filmico, con l’attuazione nella vita reale). Questo gesto spontaneo ed inusuale rappresenta comunque un inizio, un germoglio, una partenza. Non bisogna gridare al miracolo o caricare il gesto di responsabilità e prerogative inidonee o poco pertinenti con la reale natura del gesto stesso. “Non si tratta di politica, ma di vita reale…i giovani non ci stanno più e la loro intelligenza e la grande sensibilità che annoverano li spinge a reagire. Se si è pensato di rivolgersi alle istituzioni, vuol dire che permane ancora una certa fiducia in esse…che ci si prodighi a non perderla”. Queste sono le parole di Bruno Panuzzo, che conclude il proprio intervento dicendo che “Non bisogna creare “opere” artistiche, atte ad esaltare al nord ed all’estero le negatività della Locride, ma bisogna risolvere i problemi in loco ed esportare le innumerevoli positività del territorio. Ovviamente non bisogna sorvolare sulla gravità di ciò che accade quotidianamente, ma non mi pare giusto porre in evidenza le negatività solo per fini di lucro. La nostra società è ormai stanca di chiacchere! Si è palesemente capito che per ridare dignità al territorio ed a noi stessi bisogna contare solo sulle proprie forze. Non servono più scuse o alibi, ma la vitale necessità di fatti concreti”.