di Gianluca Albanese
SIDERNO – C’è una Calabria da conoscere meglio. Per noi che ci abitiamo e per chi, da fuori, ne ha sempre avuto un’immagine riduttiva, sia essa quella della “terra di transito verso la Sicilia” o di patria di luoghi comuni, come ‘ndrangheta, sottosviluppo, ignoranza, che diventano macchiette da cabaret e pellicole “di cassetta”.
Le 48 “storie dimenticate di Calabria” de “Il grande otto”, ultima fatica letteraria del giornalista e scrittore catanzarese Bruno Gemelli (Città del Sole edizioni) sono uno strumento molto utile per chi vuole conoscere meglio questa terra e la sua gente. Forse, anzi, sicuramente, le vicende descritte da Gemelli non sono tutte storie “dimenticate”; semmai, nella maggior parte dei casi, difficilmente riescono a catturare l’attenzione del lettore contemporaneo perché di solito sono descritte da una prospettiva troppo parziale, ingolfate dalla retorica delle celebrazioni in pompa magna o, più probabilmente, sminuite da una scrittura poco accattivante. L’esatto opposto dell’opera di Bruno Gemelli, che con passione, curiosità quasi adolescenziale, trasporto e quella vena ironica che costituisce il tratto distintivo del suo scrivere e descrivere i fatti del Palazzo, rende tutto più interessante, coinvolgente, partecipato. Un gioco da ragazzi per lui, capace di fare il retroscenista senza cadere nel pettegolezzo, di essere corretto coi vari attori politici regionali senza esserne prono, di essere pungente quando serve perché “conosce i suoi polli”. E allora, “Il grande otto” sorprende. A cominciare dal titolo e dalla foto di copertina, che prendono spunto dal primo capitolo, che ricorda una gara automobilistica degli ruggenti.
Le 48 storie non seguono un preciso ordine temporale o territoriale. Sono 48 articoli, o meglio “post” di un libro che potrebbero essere parte di un blog, visto lo stile informale e accattivante tipico di certi blogger.
Le sorprese sono tutte nelle storie sconosciute. Quasi tutte hanno origine nel ‘900, in una Calabria che è appena diventata – politicamente – parte dell’Italia e che nel ’70 diventa Regione nella maniera più turbolenta possibile. Non è un caso che in uno degli ultimi capitoli sia riportato per intero un documento di assoluto valore storico, come la relazione Donatini-Molinaroli dalla quale è facile capire perché si scelse Catanzaro come capoluogo di regione e non la Reggio dei moti e di Ciccio Franco.
Ne “Il grande otto”, i grandi eventi della storia contemporanea si fondono, in un tutt’uno chiamato “Calabria” con le piccole storie di provincia, da quella del prete collezionista di Lambrette, ai bulloni della felliniana nave “Rex” prodotti nella breve e oggi rimpianta esperienza industriale delle Officine Meccaniche Calabresi di Locri. C’è il costume del secolo breve e la mappa dettagliata delle case di tolleranza prima della “legge Merlin”, fino ai grandi del cinema come Raf Vallone e Leopoldo Trieste e dell’arte come Mimmo Rotella “‘o pittura”. Giornalisti avventurosi come Titta Foti e Roberto Scarfone e personaggi storici come “Occhialì”, che rimanda alla leggendaria battaglia di Lepanto e rivive in un busto a Le Castella di Isola Capo Rizzuto.
E c’è tanta Locride. Uno dei meriti di questo libro è quello di dare un contributo all’emancipazione di questo lembo di terra dalla marginalità alla quale una classe politica spesso non all’altezza e certi mercanti di terrore e sensazionalismo a buon mercato del cosiddetto “mondo dell’informazione” l’hanno condannata. Ci sono i tesori archeologici, come la Villa Romana di Palazzi di Casignana, le luci e le ombre della diocesi di Locri-Gerace e i grandi personaggi del ‘900: dal rivoluzionario della Repubblica Rossa di Caulonia Pasquale Cavallaro al sindaco antimafia – il primo nella storia – di Gioiosa Ionica Francesco Modafferi, non dimenticando di citare i leader del Pci Giuseppe Errigo e Giuseppe Fragomeni.
Si dice che un libro come “ll grande Otto” dovrebbe essere letto da ogni calabrese; è vero. Ma per fare esplodere tutto il suo potenziale nella lotta contro i luoghi comuni che imprigionano questa terra, andrebbe letto soprattutto fuori regione. Se fosse letto lontano da qui avremmo qualche etichetta in meno e qualche estimatore in più, che comincerà ad amarci e a scoprire che non siamo solo una terra di transito verso la Sicilia.
“Il grande otto” sarà presentato alla sala “Calliope” della libreria “Mondadori” al centro commerciale “La Gru”, sabato 19 ottobre alle 18, alla presenza dell’autore.