di Maria Grazia Messineo*
Si è concluso, a Locri, il primo anno del corso di formazione all’impegno socio-politico e alla cura del creato, promosso dalla diocesi di Locri- Gerace e volto allo studio della Lettera enciclica “Laudato si’ ” del Santo Padre Francesco, sulla cura della casa comune. Un corso aperto a tutti, fedeli e non, strutturato in quindici lezioni e in un evento finale che ha visto, il 6 giugno scorso, oltre alla presenza del vescovo, S.E. Mons. Francesco Oliva, quella di Don Maurizio Patriciello, della diocesi di Aversa, parroco in prima linea nella battaglia contro i rifiuti tossici in un contesto difficile come quello della Terra dei Fuochi.
Tre lezioni al mese, da gennaio a maggio, tenute da prestigiosi relatori, provenienti soprattutto dal mondo accademico, aventi ad oggetto vari temi e da cui, in ogni appuntamento, si è sviluppato un dialogo interdisciplinare: dalla questione ambientale all’economia, dalla politica alla famiglia.
L’Uomo, come nell’enciclica, al centro dell’intero programma: è un nuovo Umanesimo l’obiettivo primario da raggiungere e il contrasto alla povertà la prima sfida da affrontare, assieme alla difesa dell’ambiente, che non può considerarsi in maniera isolata.
Non sono mancate le testimonianze di preti e di laici impegnati in battaglie a difesa della legalità e dell’ambiente, come Don Ciotti, Don Giuseppe Demasi, Don Giacomo Panizza, il magistrato Francesco Neri, il dirigente della Protezione civile regionale, Carlo Tansi. E poi, professionisti, imprenditori, rappresentanti di cooperative e associazioni del comprensorio come GOEL, Osservatorio ambientale diritto per la vita, Santa Cyriaca, Felici da matti e Jimuel, i cui medici prestano assistenza sanitaria in Asia e in Africa, attraverso ambulatori telematici.
Numerosi i partecipanti: giovani e meno giovani, provenienti da tutta la Locride e tutti attivi, in modi diversi, in un contesto che ha in sé uno straordinario potenziale che merita di essere scoperto e condiviso, anche dalle generazioni che verranno. A ciascuno di noi, “uomini e donne di buona volontà”, il compito di restituire dignità al nostro territorio: questo il leitmotiv del “per-corso”, un incitamento a non perdere la speranza, nella convinzione che “il bene della Locride è il nostro bene” e che “senza una solidarietà fra le generazioni non è possibile parlare di bene comune”.
Un ringraziamento e un plauso particolare va al nostro vescovo, Francesco Oliva, promotore dell’iniziativa, che ha saputo catalizzare questo processo di conoscenza, formazione e condivisione e, ancora una volta, intercettare i bisogni di una comunità che ha desiderio di esprimersi e farsi ascoltare. Un progetto meritorio che si aggiunge alle tante altre lodevoli iniziative che la Chiesa, negli anni, ha fatto germogliare in una Locride provata dall’isolamento e dalla crisi socio-ambientale ed economica.
Il corso si è rivelato un laboratorio di idee ed esperienze dove riscoprire la bellezza della Politica, quella che profuma di carità evangelica, quella per cui “il potere è servizio” e non puzza di inganno, intrallazzo ed affarismo, quella che fissa le regole del gioco alla finanza, affinché le attività economiche siano indirizzate al bene comune e allo sviluppo integrato e il potere e il denaro non finiscano per relativizzare anche la dignità umana.
Il sostrato di questa esperienza potrebbe concentrarsi in uno dei punti che Don Maurizio Patriciello ha elencato per sintetizzare la Laudato si’: “C’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e politiche”.
Penso alla politica attuale e, in maniera particolare, a quella locale, alla deriva dei partiti politici, in Calabria e nella Locride sulla via della perdizione. Essi non assolvono più la propria funzione, in molti casi regrediscono in comitati d’affari, anziché elevarsi a centri d’ascolto; se chiamati in causa, rispondono con arroganza e cattiveria; sempre più spesso, preferiscono trincerarsi in un silenzio che non denota imbarazzo ma totale incuranza; quando vengono bocciati alle elezioni, arrivano finanche a colpevolizzare gli elettori.
Penso ad alcune realtà delicate della Locride, dove non si riesce ad affrancare i cittadini dal bisogno; zone particolarmente povere e profondamente aggredite dalla criminalità organizzata, dove l’anti-Stato, rappresentato da pochi gruppi, assume le false sembianze di benefattore o di detentore del potere assoluto; luoghi in cui i partiti, per nascondere le proprie responsabilità o per giustificare la propria fuga, dichiarano di non operare per mancanza di “condizioni etiche e di agibilità politica” (quando etica e agibilità politica non si riscontrano nei partiti stessi!); dove solo la Chiesa, con coraggio e amorevolezza, risponde “presente”.
Ritengo che una politica seria e responsabile condivida l’opportunità di un’analisi introspettiva ed impellente e accetti una strategia di cambiamento reale per riassumere il primato che le spetta: molto spesso, è essa stessa responsabile del proprio discredito, per dirla con le parole di Papa Francesco.