di Maria Antonella Gozzi
GIOIOSA IONICA – In un’intervista rilasciata per il GQ Magazine on line, la giornalista Angela Iantosca definisce così i figli della ‘ndrangheta:
“Sono i bambini che non hanno il diritto di vivere la loro infanzia. Sono i bambini messi al mondo come manovalanza dalle loro famiglie. Sono i figli di chi è all’ergastolo, di padri uccisi o latitanti, sono i figli dei bunker, dello spaccio, della vendita di armi, delle faide, dei soldi sporchi, dei riti, dei giuramenti.
Sono i bambini che non conoscono l’odore di un abbraccio, che non conoscono la parola “amore”, che sanno solo obbedire, ma non sentire, che rispettano l’Onorata, che non conoscono le emozioni della madre, né le proprie, che vedono di fronte a sé la morte o il carcere. Sono bambini soldato, destinati a seguire le orme dei genitori, liberi di scegliere l’unico percorso che viene posto loro di fronte, il percorso dei padri fatto di barbarie, violenza, ubbidienza, osservanza delle regole”.
Affonda il coltello in una piaga aperta da secoli l’autrice del primo saggio scritto sul tema, dal titolo “Bambini a metà. I figli della ‘ndrangheta”, ispirato al Protocollo “Liberi di scegliere”, redatto dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria: documento che propone di sottrarre i minori alle famiglie, nei casi in cui vivano in ambienti criminali, con percorsi “ad hoc” e modalità differenti in base alle situazioni in cui si trovano.
Un tema dalle sfumature più varie e che non può lasciare indifferenti, segno che il fenomeno della ‘ndrangheta si presta a essere studiato sotto angolazioni, se è possibile, ancora più pregnanti per la società. Sottrarre all’ambiente “malsano” delle famiglie criminali, seppur naturale, può restituire dignità ai più piccoli e, nel contempo, migliorare il tessuto sociale in chiave preventiva? Cosa vuol dire “allontanare” e “rieducare” i figli dei malavitosi? Il programma descritto dal Protocollo “Liberi di scegliere” cosa stabilisce in merito ai rapporti dei minori con la famiglia di origine, una volta iniziato il programma di reinserimento sociale?
Queste le domande che Lente Locale rivolgerà all’autrice del libro in occasione della sua presentazione che avverrà a Gioiosa Ionica domani, 25 febbraio alle ore 18 a Palazzo Ameduri a cura dell’associazione “Don Milani Onlus”.
L’opera, con la prefazione di Enzo Ciconte, docente universitario e membro della Commissione Parlamentare antimafia, è edita dalla Giulio Perrone.
L’evento, patrocinato dal comune di Gioiosa Ionica e dal Coordinamento di Libera Locride, vedrà la partecipazione dell’autrice e del Referente di Libera per la piana di Gioia Tauro, Don Pino De Masi.
Dopo i saluti del Sindaco di Gioiosa Ionica, i lavori saranno moderati da Marielisa Giocondo, dell’associazione don Milani.