di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Il lungo pomeriggio del presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio inizia poco dopo le 16 nella sede del circolo del Partito Democratico di Siderno in via Portosalvo. Il segretario cittadino Mariateresa Fragomeni riesce ad ottenere una visita di mezzora nel comune più popoloso del comprensorio, chiamato a eleggere il nuovo consiglio comunale nelle consultazioni della prossima primavera.
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Quando Mario arriva la sala è già piena. La macchina organizzativa, infatti, ha dato prova di assoluta efficienza, nonostante il carattere estemporaneo della visita.
«Il presidente Oliverio – ha detto Mariateresa Fragomeni – è sempre attento a quanto accade a Siderno, tanto che nell’ultimo anno è venuto tre volte qui. Siamo sicuri che ci sarà ancora più vicino quando il centrosinistra vincerà le elezioni amministrative di maggio».
Subito dopo prende la parola Pietro Fuda, candidato sindaco della coalizione che comprende, oltre al Pd, il Centro Democratico, Sel e Siderno Libera.
«Voglio subito premettere – ha detto Fuda – che questa coalizione è nata dopo la vittoria alle Regionali di Mario Oliverio, al quale mi lega una lunga amicizia. Il Comune – ha proseguito l’ex senatore – versa in condizioni difficili, ma i danni più grandi li hanno fatti i commissari straordinari, ancora di più rispetto alle amministrazioni precedenti. Basti pensare alle tante occasioni perse per sfruttare i bandi per l’edilizia scolastica e la tutela dell’ambiente. Non è possibile che i lavori della scuola media “Pedullà” siano fermi da così tanto tempo e non si possono perdere tutte queste occasioni, tanto che siamo sempre noi a segnalare loro i bandi da sfruttare».
Oliverio appare rilassato. Sa di giocare in casa davanti a una platea folta e composta in larga parte da sostenitori della sua corrente. Il segretario regionale Magorno da queste parti non si fa vedere, e accanto al Governatore c’è il segretario provinciale, nonché capogruppo in consiglio regionale Sebi Romeo.
«Siderno – ha detto Oliverio – ha una scadenza elettorale importante, ed è giusto che ci sia una coalizione molto ampia a sostegno del candidato sindaco Fuda. Ci vuole un’amministrazione comunale all’altezza di questi tempi così difficili, e capace di interagire con le istituzioni sovracomunali».
Oliverio va dritto al punto parlando della situazione della Regione «Vittima – ha detto – di una disamministrazione che non sa utilizzare nemmeno le risorse contenute nei fondi europei. A inizio settimana terremo un consiglio regionale chiesto da me per illustrare la grave situazione che ho trovato. Sarà impossibile recuperare sette anni di ritardi nella progettualità necessaria a sfruttare i fondi europei, ma faremo di tutto per non perdere ciò che dovrà essere realizzato e rendicontato entro il 31 dicembre, con riferimento ai fondi 2007-2013. Per utilizzare al meglio le risorse bisognerà anzitutto ascoltare il territorio, e noi stiamo già cercando di recuperare un anno di ritardi, col bando sull’edilizia scolastica che scade giovedì 12. Siamo noi a dover invertire la rotta ripartendo anzitutto dal nostro impegno e recuperando una dimensione etica della politica, perché chi amministra – ha chiosato – deve essere al di sopra di ogni sospetto».
Un’affermazione importante, quest’ultima, e qualcuno non può non pensare al presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo, rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, o all’assessore regionale Nino De Gaetano che, sebbene non sia stato destinatario nemmeno di un avviso di garanzia, è comunque citato nelle carte dell’inchiesta a carico del clan Tegano, come potenziale destinatario di consenso elettorale da parte della potente consorteria criminale reggina.
Ma tant’è. Prima di congedarsi, Oliverio pronuncia le parole che i futuri amministratori comunali vogliono sentire. «Sono a disposizione di chi amministrerà questa città».
Fin qui la visita sidernese. Pochi minuti dopo, Oliverio raggiungerà Locri, laddove ad attenderlo ci sono i sindaci locridei e il vescovo Oliva.
Per la verità, i primi ad accoglierlo solo i lavoratori Lsu-Lpu del Comune di Locri, ai quali non è stata garantita la contrattualizzazione e che sono rimasti senza lavoro, ma della loro vicenda ci occupiamo in un articolo a parte.
Così come ci siamo già occupati, nel pezzo della nostra Francesca Cusumano, delle richieste avanzate dai 31 primi cittadini presenti.
Prima di concentrarci sulle conclusioni del presidente della Regione, però, non possiamo non evidenziare il sostanziale “flop” della serata dal punto di vista delle presenze di pubblico, visto che circa la metà delle sedie dell’ampia sala sono rimaste vuote.
Al netto degli amministratori presenti, di qualche consigliere regionale (tra gli altri Romeo, Irto, Nucera) e dei soliti paggetti e ancelle del Pd, è mancata la partecipazione dei cittadini comuni, come a voler evidenziare ancora una volta la distanza tra la politica e il Paese reale.
Non c’è nemmeno il popolo dei selfie dei tempi della campagna elettorale, quando al Palazzo di Moschetta si faceva a gara a farsi immortalare con l’allora potenziale governatore, prima di tuffarsi nel ricco buffet.
Ma tant’è. Mario parla in maniera appassionata, non disdegnando di ricorrere spesso all’uso del dialetto silano, ascolta attentamente le proposte dei sindaci – specie di chi parla a braccio senza ricorrere al discorso scritto – diversamente dal suo predecessore Scopelliti che in queste occasioni consultava l’I-Pad con aria annoiata.
Ribadisce innanzitutto la necessità del confronto col territorio e punta l’indice contro il Governo nazionale «Che – ha detto – ha tolto la necessaria centralità al Mezzogiorno, sottraendo i fondi non utilizzati dalle regioni meridionali per dirottarli sul fondo di solidarietà nazionale, come fecero già l’allora premier Monti e il suo ministro Barca, ecco perchè innanzitutto a livello di Governo centrale bisogna riaprire la discussione sul futuro del Sud».
Ripete quanto detto poco prima a Siderno sulla difficoltà di realizzare le opere finanziate e da rendicontare entro il 31 dicembre «Perché – ha detto – con l’Europa non si scherza», la necessità di superare gli ostacoli posti dalla burocrazia regionale, con il ricorso all’autocertificazione «Che – ha detto – richiama ognuno alle proprie responsabilità» e alle conferenze dei servizi per un approccio più pragmatico alla risoluzione dei problemi. Parla delle politiche sociali da riattivare col sostegno del volontariato, dei bandi per le piccole e medie imprese e invita i sindaci presenti a partecipare martedì all’incontro al centro agroalimentare «Per sfruttare appieno il fondo di Garanzia Giovani, che la Calabria ancora non ha imparato a usare, nonostante sia la regione col più alto tasso di disoccupazione giovanile».
Risponde ad alcune proposte fatte dai sindaci. Non a quella di Calabrese che aveva chiesto un tavolo permanente sulle problematiche della Locride, ma promette che «Le questioni poste oggi saranno oggetto di approfondimenti speciali con i dipartimenti della Regione».
Quindi, tratta alcuni temi fondamentali.
Partendo dalla sanità regionale, ribadendo la necessità di nominare subito un commissario per sbloccare i fondi e l’assunzione di personale. «Ho già chiesto di attivare risorse per i tre ospedali “hub” e poi sarà il turno dei nosocomi “spoke” tra cui quello di Locri, per i quali ci saranno 14 milioni di risorse da sbloccare dopo la nomina del commissario, perché non è possibile che la Regione spenda ogni anno 10,7 milioni di euro per l’emigrazione sanitaria di chi è costretto a curarsi fuori e il centro cardiochirurgia a Reggio dovrà essere aperto subito, grazie a una convenzione che permetterà a un’equipe medica di fare gli interventi almeno 2-3 volte la settimana».
Quindi, la proposta più forte: «Va subito accorpato tutto in un’azienda sanitaria regionale unica, lasciando al territorio i direttori sanitari perché di questi c’è bisogno, non di cinque direttori generali e una centrale unica degli acquisti che risponda a una visione unitaria del settore».
Rimanendo nella Locride, Oliverio ha detto che «L’ospedale di Locri dovrà avere almeno cinquanta posti letto in più e nella struttura di Siderno si dovrà finalmente attivare l’hospice, ma soprattutto bisogna puntare sulla prevenzione nel territorio potenziando lo screening».
Sulla gestione dei rifiuti, sollecitata dal sindaco di Gioiosa Salvatore Fuda, Oliverio ha detto che «Dobbiamo predisporre un sistema di raccolta differenziata e smaltimento a impatto ambientale zero, valorizzando la premialità di chi si adegua agli standard che saranno imposti e introducendo una penalità per chi non ottempera agli obblighi, in nome del sacrosanto principio di responsabilità».
Quindi, cambiando argomento, Oliverio ha parlato della necessità di un nuovo piano regionale dei trasporti e dei recenti incontri con Trenitalia e Rfi «Grazie ai quali – ha detto – abbiamo ottenuto 20 nuovi treni, molti dei quali transiteranno dalla ferrovia jonica che abbiamo segnalato come priorità», dell’assetto idrogeologico della regione «Con la previsione di unità operative autonome per la difesa del suolo e la prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico, con un utilizzo più congruo delle risorse della forestazione, grazie al quale gli addetti del settore non dovranno essere più utilizzati come netturbini, ma dovranno concentrarsi sulla tutela dell’equilibrio idrogeologico».
Quindi, prima di mettere la parola fine alla giornata celebrata con l’hashtag #dilloamario (quasi un doveroso omaggio al popolo dei twittatori) ripete che «La strada è in salita, ma non ci sono alternative e non dobbiamo mollare la presa».
LA CURIOSA APPENDICE
Dopo il suo intervento conclusivo, Oliverio è stato alle prese con molti vecchi e nuovi estimatori che sono andati a stringergli la mano e, presumibilmente, a chiedere un’attenzione maggiore per una miriade di questioni, tanto da dimenticare sul tavolo dei relatori, il proprio smartphone e il tablet, che gli è stato recapitato prima che andasse via grazie all’intervento di chi scrive che ha consegnato nelle mani del capogruppo Sebi Romeo i preziosi strumenti di lavoro del Governatore.