DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DEL PARTITO DEMOCRATICO
REGGIO CALABRIA – “Il riequilibrio economico e territoriale delle zone urbane sensibili”. E’ stato questo il tema affrontato ieri nel corso della conferenza stampa indetta dal Partito Democratico di Reggio Calabria per discutere del relativo disegno di legge.
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La necessità di dotarsi di uno strumento normativo che, a livello regionale, possa consentire il perseguimento di politiche di riequilibrio urbano e territoriale con l’obiettivo di raggiungere un più alto livello di equità spaziale nei territori della Regione Calabria, unitamente alla possibilità di creare delle Zone Franche Urbane – strumento estremamente utile per sperimentare forme di fiscalità di vantaggio diffuse sul territorio – è la ratio legis che spinge il Partito Democratico a portare avanti con determinazione questa proposta.
I territori e gli ambiti urbani sperimentano disparità e differenziali di sviluppo che sono difficilmente eliminabili senza interventi mirati.
A spiegarlo e ad illustrare la proposta di legge, alla presenza dei sindaci di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, di Rosarno, Elisabetta Tripodi nonché di Teresa Celestino, membro dell’assemblea nazionale e di Maria Teresa Fragomeni, vice segretario provinciale del Pd, è stato il Consigliere Provinciale del PD, Demetrio Naccari Carlizzi.
Naccari ha aperto il dibattito asserendo l’esigenza di una visione coesa dei territori in mancanza della quale, come ha puntualizzato «ci si troverebbe a subire gli effetti negativi di squilibri territoriali ed economici che incidono profondamente su quelli che sono i processi di sviluppo e le chance che un territorio ha di agganciare processi di riallineamento con le aree più sviluppate del paese».
Il consigliere provinciale ha specificato l’importanza di un’azione congiunta tra soggetti pubblici e soggetti privati evidenziando che la mancanza di una strategia complessiva pubblica e privata vedrebbe privati i territori delle opportunità e delle possibilità di raggiungere gli obiettivi economici che una data amministrazione si pone.
Lo stesso Naccari ha concluso ribadendo l’urgenza di un governo a livello locale per il raggiungimento di un maggior livello di equità tra i territori – equità necessaria allo sviluppo – afferma: «lo strumento delle Zone economiche sensibili può essere un buon veicolo per dare un senso e una missione alla nuova programmazione comunitaria, con azioni mirate e che partono dalle necessità del territorio con strategie di intervento misurabile e che abbiano il valore di una nuova politica pubblica efficace».
A chiarire, nel merito, il disegno di legge, il professor Marino il quale ha esordito spiegando agli astanti che la proposta è nata a seguito del riscontro delle forti criticità presenti nella programmazione 2007/2013, basata sul ricorso esagerato ai bandi di gara e sul conseguente allungamento dei tempi di attesa, fino a due anni. E, testualmente, ha affermato che: «Avere delle leggi come questa permette innanzitutto di avere una capacità di spesa più elevata poiché c’è solamente da attuare le procedure della legge che una volta andata a regime funzionano in maniera automatica, con possibilità di fare correttivi se qualcosa non funziona».
Nel suo intervento, rilevando l’ulteriore criticità rappresentata dai finanziamenti a pioggia erogati senza tener conto né delle zone e dei settori che avrebbero bisogno di un maggiore investimento né delle differenze territoriali, ha specificato che la proposta di legge prevede l’istituzione di zone franche urbane, ovvero l’individuazione sul territorio di determinate aree su cui finalizzare gli interventi. Marino ha altresì sottolineato una ulteriore criticità – di programmazione questa volta – a cui la nuova legge dovrebbe rispondere ed ha affermato che nessuna importanza ha il luogo in cui le imprese incentivate andranno ad operare, se esse verranno inserite nel contesto e fatte cooperare col territorio. A suo parere è essenziale, per poter beneficiare degli interventi, che le imprese possano esercitare un’attività industriale, di servizi o artigianale nel territorio, creare occupazione e che gli assunti risiedano nella zona urbana.
Per Maria Teresa Fragomeni, vice segretario provinciale del Pd, la sinergia tra pubblico e privato ormai è sempre più necessaria. E, citando la legge 488/2001, ha parlato di essa come uno strumento che in passato ha consentito alle aziende esistenti sul territorio di procedere ed ampliarsi nonostante i numerosi profili di criticità. La Fragomeni, preoccupata per gli elevati costi del personale, ha affermato che una nuova proposta di legge che metta la Regione nelle condizioni di investire localmente, potrebbe essere un chiaro segno di incentivo allo sviluppo territoriale.
E mentre il Sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi – parlando di fallimento delle politiche industriali negli ultimi venti anni, del ricorso esasperato ai fondi europei rimasti praticamente inutilizzati per la mancata partecipazione ai bandi da parte di molte imprese presenti sul territorio nonché di un’area industriale deserta perché priva delle più semplici infrastrutture – ha auspicato che, con la proposta di legge avanzata si vada a favorire l’insediamento di piccole imprese attraverso la fiscalità di vantaggio e anche un ruolo di attore principale ai comuni, Teresa Celestino nella qualità di membro dell’Assemblea Nazionale del PD, ha invitato a prendere atto di quanto la Calabria sia stata vittima di cattive scelte amministrative e politiche. Per la Celestino un primo passo per poter aiutare e salvare la Regione Calabria è quello di puntare allo sviluppo economico e sociale di quelle aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale. «Dobbiamo renderci conto» – ha affermato – «che la fiscalità di vantaggio è uno strumento economico con doppia finalità: quella di rendere più competitive determinate aree e quella eliminare situazioni di sottosviluppo». La giovane militante del PD guarda alla Locride, comprensorio della costa ionica, come un bacino ricco di potenzialità di sviluppo rimaste inespresse, un territorio che rischia di rimanere isolato anche come collegamenti a causa dell’inattività politica di chi governa e, nel concludere, ha auspicato l’approvazione di un apparato normativo che motivi le imprese ad investire localmente, ad aumentare la loro forza lavoro attraverso i giovani del territorio e, allo stesso tempo, che nell’individuazione delle zone urbane franche possa rientrare anche il comprensorio locrideo, passo necessario e fondamentale per il suo sviluppo.
A chiudere l’incontro l’intervento del sindaco di Gioia Tauro il quale vede nel Partito Democratico, un soggetto politico in grado di sposare finalmente, in un progetto più ampio, anche il rilancio di un’area importante – quale è quella del porto cittadino – determinante per lo sviluppo dell’intera Calabria.