Si è svolta questa mattina a Caulonia la conferenza stampa di presentazione del progetto “Albatros”, promosso dal Ministero Del Lavoro e delle Politiche Sociali e sposato dalla Cooperativa Sociale Pathos con il partenariato dei comuni di Caulonia, Riace e Benestare. Si tratta dunque di un percorso sperimentale d’inclusione socio – lavorativa dei “Minori stranieri non accompagnati”, Msna, richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria, in transizione verso l’età adulta, presenti sul territorio dei comuni calabresi.
Il progetto si inserisce in un quadro di politiche ed iniziative volte a migliorare la qualità vita – lavoro dei Msna e le loro possibilità di permanenza in Italia a compimento della maggiore età. Una nuova cultura d’inclusione sociale, attraverso l’individuazione di buone prassi di gestione delle problematiche legate ai minori stranieri non accompagnati, in una logica di partecipazione diretta e consapevole degli stessi che permetterà l’avvio e la realizzazione di ulteriori politiche d’ integrazione. «La consistente presenza di minori stranieri non accompagnati sul territorio italiano rappresenta una peculiarità del fenomeno migratorio» spiegano i volontari della Cooperativa Sociale Pathos, presenti stamane, «negli ultimi decenni, infatti, la situazione dei flussi migratori si è modificata e l’Italia è divenuto paese non più di transito, ma d’immigrazione anche per i minori non accompagnati. In particolare, a partire da gennaio 2011, l’instabilità che si è determinata nei paesi del Nord-Africa ha generato un afflusso eccezionale verso il territorio italiano di un numero elevato di cittadini di origine africana provenienti dalla Libia, tanto da dichiarare con Dpcm del 12.02.2011 lo stato di emergenza umanitaria. In tale emergenza si è riscontrato in Italia l’arrivo di un numero sempre maggiore di minori stranieri non accompagnati che, in ragione della loro condizione, sono particolarmente vulnerabili». Secondo i dati del Cms, i minori non accompagnati presenti in Italia al 31 dicembre 2011 sono ben 6.666 di cui 2.958 provenienti dall’Emergenza Nord Africa. In risposta all’emergenza Nord Africa, i comuni calabresi di Caulonia, Riace e Benestare hanno attivato nell’agosto del 2011 delle strutture di pronta accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, trasformatesi successivamente in strutture d’accoglienza definitive. «Nella fase attuale è necessario fornire una risposta che superi la fase emergenziale della prima accoglienza» spiegano i volontari «predisponendo perciò misure più adeguate a favore dei minori stranieri non accompagnati, attraverso interventi volti a favorire il loro inserimento nel tessuto sociale e lavorativo, garantendo, attraverso il sostegno nel percorso di formazione linguistica e di inserimento nel mondo del lavoro, di proseguire la permanenza in Italia in linea con i requisiti richiesti per un soggiorno regolare coerentemente al novellato testo dell’art. 32 del T.U. sull’immigrazione». In una ricerca condotta nel 2010 sull’esperienza di molte comunità d’accoglienza per Msna del nostro paese, Save the Children rileva che offrendo ai minori la possibilità di seguire percorsi di inserimento lavorativo che prevedano la prospettiva di una permanenza regolare dopo i 18 anni, questi ultimi accettano con maturità e serietà di seguire un progetto di integrazione che prevede le diverse tappe: scuola, formazione e lavoro. Il progetto Albatros risponde, quindi, all’esigenza di favorire una partecipazione consapevole del Msna al proprio progetto d’inserimento socio-economico e lavorativo e avrà un impatto positivo sullo spirito di autodeterminazione e d’intrapresa del singolo. Consapevoli della difficoltà di inserire i minori all’interno delle aziende locali con contratti a tempo indeterminato, si punterà soprattutto ad accompagnare il minore in un percorso di autodeterminazione e crescita: a conclusione dei singoli progetti d’inserimento lavorativo il minore avrà acquisito consapevolezza sui propri punti di forza, avrà gli strumenti per superare le difficoltà e affrontare i propri limiti, saprà valorizzare le proprie competenze e sviluppare le proprie capacità, aumentando la probabilità di inserirsi in modo duraturo all’interno del contesto territoriale e del mercato del lavoro locale. Obiettivo generale quindi, del progetto Albatros è accompagnare e sostenere i Msna in transizione verso l’età adulta nella costruzione di progetti di vita di lungo periodo, attraverso la definizione di percorsi individuali e personalizzati d’autonomia e integrazione socio-lavorativa, a garanzia del loro benessere e della loro permanenza in Italia. Altri obiettivi sono inoltre: contenere i rischi cui è esposto il minore solo senza adulti di riferimento al compimento della maggiore età; costruire 27 percorsi individuali d’inserimento lavorativo, che guardino alle specifiche esigenze del singolo minore coinvolto e individuare gli strumenti per realizzarli; mettere in evidenza gli apprendimenti formali e non formali dei 27 Msna; favorire l’inserimento lavorativo dei 27 Msna all’interno delle aziende ospitanti, a conclusione del percorso di work experience; aumentare il grado complessivo di coesione territoriale, attraverso azioni mirate all’integrazione dei minori stranieri nel mercato lavorativo locale; attivare una solida rete territoriale fra istituzioni, privato sociale e imprese, a favore di una presa in carico collettiva delle problematiche specifiche legate alla condizione del minore straniero non accompagnato, in modo specifico di quello richiedente protezione umanitaria e internazionale. «In conclusione, Albatros rappresenta il primo passo verso un programma d’intervento e di sensibilizzazione più ampio, articolato e proiettato nel tempo – concludono – si prospetta che questo progetto diventi un metodo efficace d’intervento, che persegua il benessere globale del giovane migrante e che, quindi, rappresenti una pratica del “dopo la comunità” replicabile per altri giovani stranieri in transizione verso l’età adulta e in altri contesti territoriali».
SIMONA ANSANI