di Ilario Balì
CAULONIA – Doveva unire due lungomari, finirà per unire un lungomare ad un villaggio intermedio. Con buona pace di chi già a novembre sognava un Roccella-Caulonia “coast to coast”. Il progetto della pista ciclabile che avrebbe dovuto congiungere le due cittadine era stato cofinanziato dalla Regione Calabria nel 2008, su proposta dell’allora assessore regionale ai Trasporti Demetrio Naccari. Ma oggi il tracciato lungo la riviera ionica (e che doveva essere completato lo scorso dicembre) si presenta monco, ideale per i fanatici del biathlon. Quasi ultimato sul versante roccellese, con l’inaugurazione prevista a fine giugno, totalmente inesistente su quello cauloniese. O almeno in apparenza. Il percorso muore esattamente a 1300 metri dall’argine del torrente Amusa (vedi foto in alto), una distanza che risulta già realizzata nel 2010 con un primo cospicuo finanziamento di quasi centomila euro. Ma di qualcosa che vagamente si avvicini ad una pista ciclabile non c’è mai stata traccia. Vegetazione cresciuta a dismisura, bonifica assente da mesi, sicchè gli avventurosi cicloamatori sono chiamati a cimentarsi tra le insidie della sempreverde e rigogliosa flora mediterranea.
Dei 300 mila euro erogati nell’ambito dei progetti integrati di sviluppo locale, 135mila sono stati assegnati dalla Regione al Comune di Roccella Jonica e 105mila a Caulonia. Secondo fonti attendibili la situazione di stand by nel cantiere che insiste sul territorio cauloniese deriva dalla mancanza di soldi utili a terminare l’opera come da progetto, con la contestuale esigenza di un ulteriore finanziamento. Dunque quei fondi non bastano, perchè il percorso va rifatto ex novo. Un film già visto, e che richiama alla mente il caso del campo sportivo di contrada Vasì, lasciato all’incuria e al degrado.
Già, lo stadio. L’agonia di un’opera che doveva costituire il fiore all’occhiello dell’impiantistica sportiva continua inesorabile. I lavori sono fermi da oltre un anno. L’opera, fortemente voluta dall’ex assessore provinciale allo sport Attilio Tucci, è già vecchia e decrepita. Degli interventi previsti, ad essere stato ultimato solo il rettangolo di gioco. La struttura che dovrebbe ospitare gli spogliatoi è uno scheletro. I pannelli della recinzione sono mimetizzati tra la fitta vegetazione sul retro della vecchia tribuna. Della nuova palestra polivalente neppure l’ombra. L’invio di una perizia di variante da parte del Comune al Coni (e la richiesta di 300 mila euro) per interventi non previsti dal progetto originario ha causato un lungo stop e nonostante i buoni uffici con la Provincia, non s’intravedono vie d’uscita. Nell’incertezza generale c’è una squadra, il Caulonia, che rischia seriamente di non iscriversi al prossimo campionato di Promozione. I biancoamaranto hanno vissuto le ultime due stagioni da nomadi, disputando le prorie gare casalinghe al “Ninetto Muscolo” di Roccella. Il tecnico Luciano Scidà ha già salutato la compagnia, mentre il presidente Squillace è in predicato di entrare nei quadri societari dei cugini roccellesi. Tra un anno si vota, e c’è da scommetterci che tra i temi della campagna elettorale le grandi incompiute occuperanno un posto di primo piano.