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Dopo 105 anni dalla nascita di Fàbon (4 febbraio 1912) le sue opere ritornano a Sant’Agata del Bianco, paese natio e luogo d’ispirazione costante dell’artista. Ma chi era Domenico Bonfà in arte Fàbon (anagramma inventato dal poeta reggino Cicco Errigo)? Pittore e scultore sensibilissimo, prediligeva i colori dello spazio mediterraneo, attraverso i quali riusciva ad esprimere, quasi per istinto, una profonda spiritualità. Fàbon, difatti, con la sua arte non raccontava storie ma fissava concetti. Figlio del più bravo falegname del circondario, raggiunge l’apice del successo nel 1956 con l’esposizione delle sue opere al Pavone Art Gallery di New York. Dopo la morte, avvenuta a Roma nel 1969, subisce la sorte di molti grandi calabresi: la sua fama si spegne e viene quasi completamente dimenticato. Ecco perché la nuova amministrazione di Sant’Agata del Bianco inaugurerà, giorno 4 febbraio alle ore 16,30, una mostra interamente dedicata all’artista.
Le opere saranno esposte nel Palazzo Comunale di Sant’Agata del Bianco. L’evento inizierà con una presentazione dell’uomo e dell’artista. Modererà la giornalista Antonella Italiano. Interverranno il sindaco Domenico Stranieri, Giovanni Favasuli (poeta e scrittore), Giovanni Curatola (docente Accademia delle Belle Arti) ed Emiliano Scappatura (scrittore e critico d’arte).
Subito dopo, sarà inaugurata ufficialmente la galleria d’arte che resterà aperta anche il 5 febbraio (giorno della festività di Sant’Agata) dalle 14.30 alle 18.00. Il percorso espositivo prevede tre temi fondamentali: giovinezza, amore e morte. Tra le tante opere in mostra, difatti, ci sarà anche l’ultimo dipinto dell’artista (realizzato quando una terribile malattia gli preannunciava l’arrivo della fine).
Durante la presentazione saranno letti anche i versi della poetessa Carmela Curulli, moglie di Fàbon.