Di Domenica Bumbaca
LOCRI – Quando un convegno si trasforma in lezione i vita. Così grazie agli organizzatori docenti dei licei “Mazzini” nell’Istituto del dirigente Lo Prete, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Locri, Salvatore Cosentino, ha parlato agli studenti facendoli riflettere sulla storia della Costituzione italiana. Non una cronistoria, nessuna retorica, ma favole, aneddoti, interventi e confronti interessanti, attualizzando e contestualizzando la Costituzione ai giorni nostri.
Dopo l’inizio della giornata “La Costituzione Italiana: 65 ma non li dimostra” impreziosita dall’esibizione del coro studentesco con l’”Inno di Mameli”, il sostituto procuratore si è rivolto alla giovane platea paragonando la Costituzione ad una donna brillante seducente, acuta, ma avvilita e preoccupata dalla cattiva amministrazione presente nell’Italia di oggi. La “Vecchia Signora” che detta le leggi alle sue tre figlie che a loro volta le modificano. Molte le citazioni: Rousseau, Montesquieu fino ad arrivare ai giorni nostri con Benigni. “ La Costituzione è un desiderio di legge, un programma , un libretto d’istruzione, come un manuale d’uso del cellulare, è un insieme di norme da seguire”. Ha guidato inoltre i presenti nell’ampio campo del diritto, definendo giuridicamente l’identità costituzionale dello Stato, i principi , i diritti e i doveri che la regolano non solo attraverso i codici, ma anche con delle parabole, semplici racconti, eufemismi, favole. “La Costituzione, afferma, è un progetto, è l’espressione dei diritti dell’individuo, qualcosa che ci aiuta a trascendere, superare noi stessi, uscire dal bozzolo dei nostri interessi”. Infine ha invitato gli studenti a studiare, viaggiare, rendersi indipendenti, perché ognuno è ciò chea riceve e ciò che conosce. Bisogna collezionare i valori e non fermarsi di fronte alla materialità, poiché è importante ricercare l’aspetto più profondo in ogni cosa. Anche il dirigente scolastico, prof. Giuseppe Antonio Loprete, ha voluto incitare i giovani ad interessarsi di ciò che appartiene loro e ad amare la politica raccomandando di non perdere mai la speranza nelle istituzioni e di agire onorando i sacrifici di coloro che hanno dato vita alla Costituzione. Prima dell’intervento del professor Maurizio Marino, docente di lettere, che ha energicamente incitato i ragazzi a rigettare l’inutile sapere libresco ed a spalancare le menti e i cuori alla conoscenza, come fece Ulisse attraversando le colonne d’Ercole, in aula magna si è proiettato un grafico, visualizzando gli stipendi dei parlamentari di oggi con quelli di una volta “arrivando alla conclusione – è stato detto- che ormai l’Italia è guidata da persone senza passione, da politici che pur di raggiungere il benessere personale e individuale non si preoccupano dei propri cittadini. Manca la passione per lo Stato, per la “res pubblica”, c’è interesse solo per il successo”.