R. & P.
Il Centro Teatrale Meridionale porta in scena in prima nazionale, l’11 agosto, al Teatro Romano di Ferento, “Il Vantone” di Plauto, versione teatrale e traduzione del Miles gloriosus di Pier Paolo Pasolini. Un omaggio al grande intellettuale nel 100° anniversario della nascita.
L’opera teatrale, per la regia di Nicasio Anzelmo, è prodotta dal Centro Teatrale Meridionale diretto dal regista e attore Domenico Pantano.
Il C.T.M., con sede a Gioiosa Ionica, si distingue dunque anche quest’anno sulla scena culturale nazionale, per la grande qualità delle proprie produzioni.
Lo spettacolo sarà subito in replica il 12 e 13 agosto all’Arena di Tor Bella Monaca e il 20 agosto al Teatro Verde di Termoli, per poi proseguire con un lungo e importante tour estivo e invernale in Calabria e in tutt’Italia.
«La scelta di portare in scena una rielaborazione pasoliniana del 1963 di un testo plautino è già di per sé una scelta coraggiosa per vari motivi – sottolinea il regista Anzelmo – Fra questi motivi sicuramente ci sono il fascino della scrittura del poeta e l’idea che lo stesso autore fa trasparire in fase di ambientazione e uso della lingua».
«L’uso del dialetto romanesco consente a Pasolini di ricreare le atmosfere popolari tanto care a Plauto, – afferma ancora il regista – recuperando quella spontaneità tipicamente plebea, la sola capace di pulsare di vita propria a testimonianza di una vitalità perduta nell’esercizio del teatro colto in voga in quegli anni».
Una ricerca di un teatro popolare capace quindi di creare uno scambio ammiccante e dialogante tra il testo e il pubblico.
L’allestimento firmato da Nicasio Anzelmo indaga ancora più approfonditamente quell’umanità colorata e variegata cara a Plauto, come a Pasolini, pur senza abbandonare la natura farsesca e ridanciana che si sviluppa attorno a Pirgopolinice e Palestrione (padrone e servo) anche se mutata in una pungente commedia sociale.
I pilastri plautini sono ben radicati nella tessitura drammaturgica di Pasolini, in cui gli intrighi amorosi e le beffe dei servi fanno da perno a tutta l’azione disegnando una Umanità bislacca in cui ogni personaggio agisce per il suo solo tornaconto.
Gli anni sessanta, in cui è ambientata la commedia, erano gli anni in cui gli intellettuali si domandavano cosa fosse il teatro e quale teatro gli spettatori si aspettassero.
Nel ruolo protagonista di Pirgopolinice lo stesso Domenico Pantano, in scena con gli attori Nicolò Giacalone (Palestrione), Monica Guazzini (Sceledro), Paolo Ricchi (Periplecomero), Fatima Romina Ali (Filocomasia), Giacomo Mattia (Pleusicle e Carione), Anna Lisa Amodio (Acroteleuzio), Claudia Salvatore (Milfidippa).
Le scene e i costumi portano la firma importante di Angela Gallaro Goracci che commenta: «Un memoriale metropolitano come scenario di una Roma pasoliniana dove antico e moderno stratificano la semplice e primitiva visione esistenziale con inquietanti e destabilizzanti immagini della modernità industriale. Ruderi e frammenti cromatici, nella scenografia, si muovono in un eloquente e significativo connubio con il kitsch urbano che vuole essere evidenza di sottocultura ma anche di riscatto sociale».
Le musiche sono di Giovanni Zappalorto, movimenti coreografici di Barbara Cacciato, aiuto alla regia Matteo Tanganelli.
Un prezioso spettacolo, che vede le scene grazie a una produzione che dal profondo Sud tiene alto il nome della cultura italiana e dei suoi giganti.