di Gianluca Albanese
SIDERNO – Un’altra pezza nel “patchwork” (leggasi “coperta troppo corta”) del sistema degli impianti pubblici di trattamento rifiuti urbani ubicati nel territorio metropolitano. Con ordinanza n° 4888 di venerdì 21 gennaio, il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace ha reiterato per ulteriori sei mesi le prescrizioni dell’altra ordinanza (la numero 54976 del 28/07/2021) con cui l’allora sindaco Metropolitano Giuseppe Falcomatà concedeva la possibilità che rifiuti speciali non pericolosi (destinati agli inceneritori o allo smaltimento in discarica) e i rifiuti da compost “fuori specifica” in uscita dagli impianti di trattamento del territorio metropolitano (Sambatello, Cicerna di Gioia tauro e San Leo di Siderno) venissero conferiti anche negli impianti autorizzati all’esecuzione di operazioni di recupero dei rifiuti.
Una proroga semestrale evidentemente dettata dalla necessità, non ancora soddisfatta, di individuare una discarica di servizio nel territorio metropolitano e che mira a incentivare al massimo l’uscita degli scarti di lavorazione dai tre impianti di trattamento rifiuti, portandoli anche dove non potrebbero andare se il sistema dell’Ambito Territoriale Ottimale di Reggio Calabria fosse completo e a pieno regime.
Si tratta, evidentemente, di un provvedimento eccezionale e non strutturale che ubbidisce alla nota del dipartimento “Ambiente” della Regione che lo scorso 21 giugno ha ribadito che “le operazioni di smaltimento finale ‘D” sui rifiuti debbano essere attuate dal gestore ‘solo come ultima ipotesi’ nel rispetto della gerarchia delle operazioni dei rifiuti” e alla constatazione che “continuano a perdurare le criticità rispetto allo smaltimento definitivo degli scarti di lavorazione dei rifiuti solidi urbani” tanto da rendere “imprescindibile il funzionamento degli impianti nel pieno delle loro capacità, cercando di favorire l’allontanamento degli scarti di lavorazione”. Dunque, “per non incorrere – è scritto nell’ordinanza – in situazioni di irreparabile criticità igienico-sanitaria e ambientale, derivanti dal deposito indiscriminato di rifiuti sul territorio della Città Metropolitana, con gravi ripercussioni anche in termini di tensioni sociali” si autorizza a conferire gli scarti del trattamento dei rifiuti anche in impianti che dovrebbero trattare solo rifiuti da recuperare.
La logica, pur dettata dalla necessità di prevenire nuove emergenze dei rifiuti, soprattutto nel corso della stagione estiva, sottende a necessità emergenziali che, nei fatti, snaturano le caratteristiche di impianti nati con altre finalità (nella fattispecie il recupero) e che si vedono autorizzare l’ingresso, per ulteriori sei mesi, di scarti, diventando, almeno in parte, delle vere e proprie discariche di servizio, pur non essendo stati costruiti per questo.
E tutto ciò perché non è ancora stato individuato un sito ove realizzare, nel più breve tempo possibile, una discarica di servizio nella quale stoccare solo gli scarti.
Una logica, quella dell’adeguamento “coatto” alle necessità contingenti che già, nei decenni passati, andò a snaturare (almeno in parte) le funzioni dell’impianto TMB di San Leo in Siderno. A proposito di quest’ultimo, una disposizione finale dell’ordinanza del sindaco metropolitano facente funzioni prevede “che la validità della presente ordinanza possa cessare anticipatamente, nel momento in cui sarà ripristinato a pieno regime ordinario il funzionamento dell’impianto di Siderno”.
Che significa? Che in attesa della realizzazione della tanto auspicata discarica di servizio l’impianto di TMB di San Leo potrà tenere anche gli scarti di lavorazione?