di Domenica Bumbaca
LOCRI – E’ un dipendente del depuratore consortile che si incatena al calvario di Locri mentre c’e la via Crucis. Chiede rispetto . È un uomo come tanti altri che non riesce a vivere più con dignità. Solo sofferenza. Le difficoltà economiche di molte famiglie a cui il vescovo fa riferimento durante la sosta alle tre croci, i lavoratore le conosce bene.
Anche lui chiede di aprire gli occhi, proprio come dice monsignor Morosini. A tutte le istituzioni di non abbandonare chi sta morendo piano piano. «Ho tentato il suicidio e se sono arrivato a questo gesto significa che le mie forze sono crollate. Ricevere lo stipendio: questa e’ la mia richiesta! Non pretendo niente altro. Cosa altro devo fare!? Chiedo l’aiuto di Dio ogni giorno!». La processione, mentre il vescovo esorta a non perdere la speranza, procede e il dipendente rimane lì! Con le sue catene e le sue sofferenze.