foto di repertorio
È la prima domenica di settembre con gli ultimi scampoli di stagione estiva, si innalzano i primi fumi e si capisce subito che una mano assassina ha già agito, così come poi, si saprà, perpetrando altrettanto ai danni di Via Nazioni unite ed in località San Giorgio, in quel di Crotone; in località “Mama” nel Comune di Torre Melissa e nell’area di Capo Piccolo, sempre nell’anzidetto Comune di Isola Capo Rizzuto: veri e propri disastri ambientali che partoriscono ingenti danni all’ecosistema ed alla Natura, incalcolabili nella stima che se ne possa fare.
di Antonio Baldari
Una lacrima scende da quello sguardo ceruleo perso nel vuoto, solcandone il viso e cadendo a terra, una terra amica da cui trae origine l’angolo di Paradiso incastonato nell’area marina protetta di Capo Rizzuto; l’odore acre del fuoco si percepisce ancora, sul far della sera, così come l’assurda acredine di chi ne ha originato la sua azione: una mano assassina, vigliacca, che ha ancora una volta pugnalato località Sovereto, nel contesto più ampio della splendida cittadina di Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, una località meravigliosa ma continuamente sfregiata in tutta la sua cristallina bellezza.
È la prima domenica di settembre con gli ultimi scampoli di stagione estiva, ancorché si possa continuare a godere di questo spettacolo a cielo aperto anche oltre la canonica “bella stagione”, splende convintamente caldo il sole in un cielo pressoché terso di nuvole ed azzurro come sempre, si innalzano i primi fumi ad annacquare proprio quell’azzurro, si capisce subito che una mano assassina ha già agito a Sovereto, così come poi, si saprà, altrettanto è stato perpetrato ai danni di Via Nazioni unite ed in località San Giorgio, in quel di Crotone; in località “Mama” nel Comune di Torre Melissa e nell’area di Capo Piccolo, sempre nell’anzidetto Comune di Isola Capo Rizzuto: veri e propri disastri ambientali che partoriscono ingenti danni all’ecosistema ed alla Natura, incalcolabili nella stima che se ne possa fare.
Qui, a Sovereto, il fuoco avanza interessando in men che non si dica la pineta, la macchia mediterranea bassa e delle sterpaglie, andando a lambire un campeggio ed abitazioni ancora affollate di turisti; la macchina dei soccorsi si mette in moto e sono straordinari i volontari che agiscono da terra, con un mezzo aereo regionale giunto a supporto ed il direttore delle operazioni di spegnimento dei Vigili del fuoco di Crotone, tutti agiscono all’unisono evitando il peggio, impedendo che si arrivi alle case, alle persone.
Il sindaco di Isola di Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga mastica amaro, “Pensavo che sul finire dell’estate quest’anno Sovereto rimanesse illeso dalla mano criminale ma evidentemente questi criminali non hanno scadenze, dobbiamo rafforzare la vigilanza chiedendo a chi di competenza anche l’uso dei droni che sta portando degli ottimi risultati nella Regione – così il primo cittadino isolitano – Isola ha un grande cuore e noi non ci abbatteremo, chiederò a tutti, alle associazioni, ai cittadini, una nuova piantumazione”; al contempo, a rafforzare il concetto c’è il Wwf di Crotone che fa passare questo messaggio sulla propria pagina social: “Sono quattro anni che in questo periodo ignoti bruciano la pineta di Sovereto, forse è il momento di passare dalle parole ai fatti – tanto si legge nella nota – dal fumo si può facilmente capire che è l’uomo il colpevole essendo tre gli innesti fatti in modo da rendere difficile lo spegnimento”.
Cala il sipario su quest’ennesimo scempio, che stringe il cuore e le lacrime di quello sguardo riverso ancora una volta verso un “Perché?” a tutto questo. Un perché che ancora una volta non c’è.