di Gianluca Albanese
CANOLO – Il portone di palazzo De Agostino, edificio a destinazione pubblica colpito da un incendio nei giorni scorsi, verrà riportato al suo antico splendore e quanto prima verranno avviare le pratiche per installare un impianto di video sorveglianza ed evitare che quella struttura venga di nuovo interessata da tali episodi delinquenziali. È quanto ha deliberato, all’unanimità, il consiglio comunale di Canolo, convocato d’urgenza dopo il gesto dalla chiara matrice dolosa che è stato compiuto proprio poche ore prima che venisse celebrato un matrimonio tra due giovani del posto. Ma i vandali (anzi, i delinquenti) non l’hanno avuta vinta e, vuoi per il pronto intervento dei carabinieri di Agnana, vuoi per l’impegno di decine di volontari che hanno ripulito il pavimento dalla cenere, palazzo De Agostino è subito tornato nella disponibilità di una comunità come quella di Canolo, che ha saputo subito reagire alla grande.
Tornando al Consiglio di stasera, il presidente del civico consesso Silvio Larosa nella sua introduzione ha ricordato tutti gli sforzi compiuti negli anni precedenti per restaurare il palazzo e renderlo fruibile per finalità sociali. “L’ignobile atto commesso la notte del 24 – ha detto Larosa – è uno sfregio commesso contro un luogo simbolo dell’identità canolese. Un luogo da sempre utilizzato dalla comunità tutta ed è per questo che la condanna contro il vile atto deve essere ferma e decisa”. Il sindaco Rosita Femia e’ andata oltre:”in quanto rappresentante della comunità canolese – ha detto il primo cittadino – voglio per prima cosa chiedere scusa agli sposi, Matteo e Amal, per il triste spettacolo a cui hanno dovuto assistere la mattina del 25. Con quell’incendio non è stata colpita solo l’amministrazione comunale o le singole persone. Quell’incendio ha colpito tutta la comunità… ma la comunità stavolta si è stretta intorno a tutti noi e ha permesso che il matrimonio si celebrasse nel migliore dei modi. Voglio anche dire che se lo scopo dell’atto era quello di intimidire me e l’amministrazione, hanno sbagliato di grosso. Rimando – ha concluso – al mittente le minacce e le intimidazioni e continuerò ad andare avanti nel pieno rispetto dei principi della legalità”. Sulla stessa lunghezza d’onda gli altri consiglieri, dai quali è giunta una condanna unanime per un gesto così vile.
Dicevamo degli sposi Matteo e Amal. Il don Rodrigo de noartri che appiccando il fuoco al portone avrebbe voluto che quel matrimonio non si fosse celebrato è stato servito. Il matrimonio e’ stato celebrato, eccome, ed è toccato allo scrittore Giuseppe Trimarchi, fratello dello sposo, porgere i ringraziamenti delle famiglie dei due giovani coniugi a tutte le istituzioni che si sono adoperate per fare celebrare le nozze. “Ringrazio – ha detto Giuseppe Trimarchi – a nome mio, a nome della mia famiglia e della famiglia Reggas, in primis il sindaco Femia, per la sua vicinanza, la sua solidarietà e soprattutto la sua umanità che ci ha dimostrato sin dal momento in cui telefonicamente ci ha comunicato la notizia. Ringrazio tutta la sua famiglia, che quella mattina si è recata tutta sul posto e si sono stretti intorno a noi, non solo emotivamente ma anche materialmente. Ringrazio i carabinieri di Agnana Calabra, che in pochi secondi erano sul posto, per la loro umanità e vicinanza hanno compreso l’importanza e l’emozione di quel giorno e hanno fatto di tutto affinché il matrimonio si svolgesse come noi desideravamo.
So – ha proseguito – che stanno facendo un lavoro di indagine attento e scrupoloso e spero che nei prossimi giorni riusciranno ad assicurare alla giustizia questi meschini farabutti. Ma soprattutto ringrazio le tante persone perbene che quella mattina, sono arrivate al palazzo e ci hanno abbracciato idealmente con la loro vicinanza e la loro solidarietà. Le ringrazio perché dopo lo sconcerto iniziale innanzi a quel deprimente spettacolo, ci hanno fatto forza, si sono armate di detersivi e ramazze e sporcandosi le mani di cenere e indignazione hanno ripulito tutto e riportato il palazzo ad uno stato dignitoso (a parte il portone ormai distrutto). E le ringrazio perché poi fino alle 5.30 si sono alternate con turni per garantire la presenza costante di qualcuno al palazzo per evitare altri scherzetti. L’obiettivo era chiaro: rovinare il matrimonio. Quella mattina non è stato colpita solo l’amministrazione comunale o la famiglia Trimarchi. Quella mattina è stata colpita l’intera comunità canolese, ma stavolta, la comunità tutta, almeno la parte sana, ha reagito con fermezza aiutandoci a risistemare tutto hanno detto chiaramente che quell’atto vile non era condiviso dai giusto, che è stata una vigliaccata. Questa volta – ha concluso Trimarchi – la malavita ha perso. Noi invece abbiamo vinto”.