R. & P.
Sulle infrastrutture la politica calabrese non stia a guardare silente, mentre le lobby, approfittando del caos generato dall’emergenza sanitaria, spostano risorse e interessi verso il centro nord. Si apra repentinamente la discussione in Consiglio regionale, la giunta Occhiuto si adoperi per frenare il rischio dell’ennesimo tradimenti ai danni dei calabresi, i rappresentanti locali dei partiti di ogni colore politico si diano una svegliata e facciano squadra per evitare il disimpegno dello Stato verso la Calabria.
Sulla realizzazione delle grandi opere, infatti, il Governo “dimentica” totalmente la Calabria, nonostante l’Europa abbia chiesto a Roma l’esatto opposto. Il governo Draghi, infatti, dopo aver messo in piedi nella nostra regione il gioco delle tre carte sulla Alta velocità ferroviaria, si disinteressa totalmente della Strada statale 106. Sulla Statale Ionica, l’unico intervento previsto da Roma, è solo un cambio di rango, solo un cambio di rango! Questo è quanto viene previsto dal Governo per la Strada statale 106.
L’inserimento della Strada statale 106 nella rete di rango Comprehensive della Rete transnazionale dei trasporti (Ten-t), infatti, proietta questa tratta viaria nella rete allargata delle infrastrutture da realizzare con un orizzonte temporale fissato al 2050. E qui ci sta un piccolo paradosso. Ci si vanta di essere riusciti a far considerare la Statale 106 in rango Comprehensive della rete Ten-t – cosa necessaria per essere presa in considerazione per gli investimenti del Pnrr – ma poi scorrendo le pagine del Pnrr e di altri programmi di finanziamento, della Strada statale 106 non vi è traccia.
Per completare la Statale 106, per l’Anas, servirebbero oltre 3 miliardi di euro mentre sono disponibili solo 894 milioni. Spiccioli per una regione che vuole resistere alla crisi, pandemica ed economica, e ripartire. Ma non solo. Sulla linea ferrata ionica, scorrendo i diversi provvedimenti assunti dal Governo che sono stati trasferiti nelle linee di investimento europee, non c’è nulla, se non la replicazione di un finanziamento già avviato dalla Regione Calabria per l’ammodernamento della tratta. Niente raddoppio, niente elettrificazione ma solo un laconico richiamo alla possibile sperimentazione di convogli spinti ad idrogeno per sostituire quelli attualmente in esercizio.
Quello che emerge è un quadro desolante, mortificante per tutto il territorio regionale che, come se non bastasse, rischia di assistere inerme al mancato sviluppo del porto di Gioia Tauro e della sua Zes e, purtroppo anche, di tutta la sua portualità che, per sfruttare al meglio le proprie potenzialità logistiche nel cuore del Mediterraneo, necessita di interventi mirati e di grande impatto economico.
Quello che ci attende, quindi, sarà l’ennesimo sforzo per cercare di digerire l’allontanamento di quella convergenza attesa da tempo con il resto del Paese. Una cosa inaccettabile. Un fallimento per l’intera classe politica e dirigenziale espressa da questa regione, una sconfitta irreparabile per una deputazione parlamentare distratta, assente e lontana dai reali problemi di questo territorio.
Ad oggi, purtroppo, siamo ancora nel campo delle bu