di Gianluca Albanese
CAULONIA – Un momento di dialogo e ascolto della propria base. Si può riassumere così l’iniziativa tenuta ieri pomeriggio nei locali della biblioteca comunale dal movimento “Insieme per Caulonia” e convocata dai tre consiglieri comunali di opposizione Mimmo Mercuri, Domenico Campisi e Attilio Tucci.
E di voglia di discutere ce n’era tanta, visto che l’assemblea è durata quasi tre ore, toccando parecchi temi, dal gran rifiuto a entrare in giunta dopo l’apertura della maggioranza alle prospettive del movimento stesso, che per bocca dei suoi leader, vuole rinnovarsi profondamente, attraverso un maggiore coinvolgimento dei giovani e delle donne.
E’ stato Domenico Campisi a fare gli onori di casa, ripercorrendo la dinamica di quella che ha definito «La serata delle grandi aperture». «A parte che – ha detto Campisi – abbiamo scoperto solo dai giornali che gli assessori si erano dimessi, quando siamo stati convocati dalla maggioranza ci eravamo impegnati reciprocamente a non strumentalizzare la cosa, mentre loro, dopo la nostra decisione di declinare l’offerta di entrare in giunta, contenuta nel documento letto in aula da Attilio Tucci, ce ne hanno dette di tutti i colori, additandoci come irresponsabili. Ma i loro – ha concluso – sono solo slogan vuoti e secondo me con questa presunta crisi hanno solo voluto fare una manovra diversiva rispetto ai veri problemi del paese».
Temi, questi, ripresi e amplificati da Tucci. «La maggioranza – ha detto – dice di voler volare alto ma poi non riesce a concludere le cose normali. Qualche esempio? L’allora giunta Ammendolia diede incarico ai legali del Comune di costituirsi parte civile contro il capo ufficio tecnico dell’Ente ma con questa amministrazione, che dice di essere la continuazione della precedente, tutto è stato insabbiato. Noi – ha proseguito Tucci – vogliamo ridare priorità alla meritocrazia uscendo da questa “via riformista al servilismo” verso questa amministrazione che intimorisce e condiziona i cittadini. Ecco perchè vogliamo parlare di progetti per il bene comune e non di microassunzioni e incaricucci dell’Ente»
IL DIBATTITO
La prima a intervenire è stata la leader dei renziani locridei Elisabetta Cannizzaro, che ha ricordato le vittime di Lampedusa e ha citato papa Francesco: «Ci vuole amore per governare perché se c’è amore non ci sono interessi particolari e politica clientelare. Ci vuole umiltà e capacità di ascolto che questa amministrazione ha dimostrato di non avere. Non ci sono risposte e soluzioni su Psc e arsenico nell’acqua, oltre che sulla raccolta differenziata. Sono così distanti perché non si ricordano più quello che dicono. Chi ogni giorno fa l’elenco dei problemi del territorio dimentica che governa da quarant’anni. Oggi chiedo un cambio di coscienza. Non confondere più il diritto con il favore. Come si fa – si chiede – ad amministrare bene con somme urgenze non necessarie e perchè ci sono tante delibere al limite dell’abuso?»
Rocco Femia, dal canto suo, ha sviscerato le dichiarazioni programmatiche del sindaco Riccio esposte in Consiglio un anno fa, smontandole pezzo per pezzo, non prima di aver fatto una chiosa sull’apertura della maggioranza. «Secondo me – ha detto l’avvocato – pensavano, offrendoci un assessorato, di spaccare il nostro movimento che ora, invece, è più unito che mai. E comunque certe cose andavano discusse in Consiglio e non in separata sede». Quindi, il lungo elenco di quelli che Femia reputa i fallimenti dell’amministrazione, tra cui il mancato rispetto del patto di stabilità e gli strumenti urbanistici come Psc e Piano Spiaggia «fermi da tempo». « L’80% delle volte – ha detto Femia – il consiglio comunale è convocato su richiesta della minoranza. Le delibere sono poche e sono molti gli assessori che si assentano dalle riunioni di giunta. La situazione finanziaria di cinque anni fa era migliore di quella attuale».
Riguardo alla mancanza di acqua potabile nel centro storico, Campisi ha ricordato che «In un manifestìno il sindaco scrive che domani si cominciano a riempire i serbatoi del centro storico grazie ai lavori fatti sul vecchio acquedotto di Stramerca anche se il primo cittadino non ha garantito ancora la revoca dell’ordinanza di non potabilità», mentre Bruno Grenci, smessi i panni del provocatore, ha parlato col cuore in mano evidenziando quelle che sono le doti che il movimento e i suoi leader devono avere. Un discorso ricco di spunti etici il suo, che ha invitato all’umiltà e alla solidarietà vera «Non quella – ha detto – pagata coi soldi dello Stato e che lascia scontenti e come schiavi gli immigrati».
L’ex consigliere comunale Cosimo Vallelonga è andato un po’ più in là con la memoria «La vera opposizione al” progetto paese” – ha detto – è nata solo un anno prima della fine della consiliatura di Ammendolia. Allora variarono parecchie particelle del PRG nella fase tecnica di digitalizzazione senza discutere in consiglio la trasformazione delle aree in edificabili. Pubblicammo tutto su un manifesto. Voglio – ha aggiunto – che la gente sappia come sono stati utilizzati i fondi dei mutui rinegoziati perché secondo me hanno vinto le elezioni con regalie e lavori pubblici fatti all’ultimo momento per accontentare chi si poteva accontentare”. Ilario Ienco ha espresso il proprio plauso per la scelta di non accettare l’apertura della maggioranza, mentre Mimmo Cavallaro ha puntato l’indice sui «responsabili del Comune che – ha detto – dovrebbero essere selezionati per concorso pubblico perché sono stufo di capi area che non sanno fare una “o” col bicchiere ma gente capace di assumersi le proprie responsabilità».
I GIOVANI
Sono intervenuti solo verso la fine, dando però l’opportunità ai relatori di gettare un ponte verso il futuro.
Critico verso la sua generazione Andrea Carnì «Vedo gente meno giovane ma con una forza rivoluzionaria maggiore rispetto a quella dei ragazzi. Ho paura che i miei coetanei non sperino più nei cambiamenti. Riprendiamoci le utopie e i ragazzi del posto che adesso si spostano in altri paesi come Roccella». E ad Alessandra Lavorata che ha chiesto quali sono le proposte per cercare di risolvere i problemi cittadini, Campisi e Tucci hanno risposto con un’apertura a recepire le istante dei giovani e trasformarle in atti consiliari. Antonella Caraffa, due lauree e un’elezione a consigliera sfiorata per pochi voti ha ammesso che «E’ vero che i giovani sono in disparte. Io sono una che facendo politica “si è fatta male”. Ho subìto violenza psicologica pesante. Non è per nulla semplice supportare un’opposizione. La cosa che manca all’amministrazione comunale – ha detto – è la partecipazione». Quindi, una riflessione sul movimento: «Purtroppo – ha detto l’ingegnere – abbiamo un po’ perso seguito perché la gente ha paura di esporsi in quanto vengono percepite forme di ricatto verso chi prova a essere una voce fuori dal coro».
I LAVORI NEL CENTRO STORICO
Prima delle conclusioni, sono state proiettate numerose diapositive relative ai lavori di “edilizia sostenibile” nel centro storico, dalle quali emergerebbe un impiego incongruo di materiali e prodotti per edilizia, e che saranno oggetto di una nuova interrogazione consiliare della minoranza. «Anche se – ha detto Campisi – non vogliamo assolutamente speculare sul crollo dell’edificio nella zona del Carmine. Semmai, ci preoccupiamo della sicurezza dei cittadini e non comprendiamo perchè da un lato si parli di ristrutturazione e recupero degli edifici antichi, mentre poi si demolisce tout court».
LE CONCLUSIONI DI MERCURI
Visibilmente soddisfatto il capogruppo che ha parlato di «Bella riuscita della manifestazione e gli incontri devono essere più frequenti. Giuste le critiche dei giovani: la nostra attività non ha senso se non si proietta nel futuro attraverso i giovani. Serve un cambiamento autentico attraverso i ragazzi che hanno altre vedute. Noi – parlando del prosieguo dell’attività del gruppo in Consiglio – saremo spietati verso un’amministrazione incapace e inefficiente. Noi vogliamo proporre una lista di giovani che possa dare ricambio generazionale alla politica di Caulonia. Questo serve per andare oltre il clientelismo e il familismo. Noi non possiamo sopportare che i paesi vicini vadano avanti mentre noi siamo vittime di questa stasi. Candidiamo – ha concluso pensando alle prossime elezioni – una donna e non possiamo fare vedere sempre le stesse facce in Consiglio».