di Simona Ansani
MONASTERACE – Parla il segretario del Circolo del Partito Democratico di Monasterace, Teodoro Bucchino, che a poche settimane dall’elezioni politiche, descrive i risultati del voto della compagine piddina. In questa intervista l’analisi post elettorale è chiara e ben definita, tra impegni politici della sezione e tappe future.
Segretario, vuole dare il commento ufficiale del Circolo Pd?
Il “rito” dei numeri, credo sia irrinunciabile. Tuttavia, considero il “ragionare” più utile che il “conteggiare”. Sia quando si vince che quando si perde.
Il Pd a Monasterace ha vinto o perso?
Per chi ha lavorato alla realizzazione di un sogno, il risultato nazionale è stato amarissimo. A Monasterace, ragionando con gli amici del Circolo, per tempo avevamo maturato la netta percezione che il PD locale dovesse essere uno spazio di partecipazione aperto. Predisposto a consentire a chi si riconosce, di manifestare in piena libertà il proprio orientamento. Indipendentemente dalle contrapposizioni locali. Ma non per calcolo elettorale. Bensì, perché era e resta giusto. Per la democrazia. Sui numeri lascio ad altri i raffronti.
E’ per questo che ha lasciato l’impegno amministrativo nel Settembre 2012?
Insieme agli altri amici del Circolo, abbiamo preso quella decisione consapevoli che erano davanti a noi impegni e prove difficili (le primarie, le elezioni). In una situazione locale oggettivamente complicata. Sovraesposta. Credo possa essere riconosciuto lo scrupolo ed rispetto per tutti, con cui questi passaggi sono stati affrontati e condotti. Un compito certo facilitato anche dal senso di responsabilità di persone con ruoli e posizioni differenti. Poi errori se ne possono sempre fare. Ed io più di altri.
E ora?
Si riparte. Non tutto è macerie e noi non c’iscriveremo mai al partito del “tanto peggio tanto meglio”. Né qui, né altrove. Si riparte dalle tante buone idee per migliorare la condizione della gente che abbiamo prodotto in questi mesi. Sulle quali tante energie si sono mobilitate. Soprattutto giovani. Bisogna però che vengano allo scoperto e si assumano la responsabilità di contendere ovunque qualunque leadership. Di superare incrostazioni interne. Per recuperare i tanti nostri elettori che si sono rivolti temporaneamente verso nuove forze. Ai quali dovevamo risposte d’innovazione vera e che, invece, non siamo riusciti a trattenere dal rifugiarsi nella sfiducia planetaria.
Quali saranno le prossime tappe?
C’è da fare un Congresso nazionale. Difficile ma, davvero interessante come mai nella storia di questa area politica. C’è da chiudere la fase del Commissariamento regionale. Una lunga sospensione delle responsabilità locali ma, che non ha risolto molti dei problemi che l’avevano determinato. C’è da attivare iniziative politiche su diversi temi locali, coinvolgendo con grande apertura i tanti nuovi soggetti che hanno manifestato interesse ad impegnarsi nel nostro Circolo.