di Giuseppe Cavallo
Di recente il Papa, a Caserta, ha incontrato i membri di una comunita’ evangelica “della riconciliazione”, che hanno diverse chiese ( a Caulonia marina, Siderno ecc.) nella diocesi di cui lei e’ pastore, pensa che cio’ possa aumentare il proselitismo da parte loro, come lamentato da alcun sacerdoti in passato, o che sia una tappa importante sul cammino dell’unita’?
Penso che la loro presenza in questa diocesi sia un’opportunità per crescere nel dialogo ecumenico. So che alcuni di loro hanno avuto la gentilezza di partecipare alla mia ordinazione episcopale a Gerace. Ho apprezzato molto il loro gesto e li ringrazio. Il proselitismo non va. Ma non va per nessuno. Esso non rispetta la libertà interiore. La scelta di fede di per se stessa postula una decisione libera che riguarda la propria coscienza. Nessuno può e deve in questa scelta essere coartato o indotto con motivazioni deboli o peggio fuorvianti e ingannevoli.
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Lei ritiene, da uomo di profonda fede, cultura e saggezza, qual e’, che le differenze dottrinali, soprattutto per quanto concerne la presenza di Gesu’ nell’eucaristia, possano essere superate e si possa giungere a un percorso comune di unita’?
Dialogo non vuol dire agnosticismo, confusione di idee e di pensiero o rinuncia alla verità. Certo, le differenze sul piano dottrinale rimangono. Questo però non impedisce un cammino che possa portare alla condivisione. Del resto tanto è stato fatto sul piano ecumenico e tante riserve e contrapposizioni del passato sono state chiarite. Credo che in materia di fede occorre lasciarsi guidare dall’azione dello Spirito del Signore, che agisce nel segreto ed è capace di guidare i cuori e le menti all’intelligenza del Mistero. Non dimentichiamo che l’Eucaristia è uno dei sacramenti della Chiesa ed appartiene al Mistero insondabile del Dio che si fa pane e che lascia appana intravedere nella povertà del segno il mistero che contiene..
In questa particolare era, di scristianizzazione, ai vari livelli, ritiene che possano risultare efficaci le iniziative comuni, con i cristiani delle diverse confessioni, per difendere i principi cristiani in Italia e in Europa?
Credo sia necessaria la condivisione di un impegno comune nell’annuncio evangelico, per far sì che l’Europa non smarrisca le sue radici profondamente cristiane o ebraico-cristiane. Non dobbiamo però dimentichiamo che i fedeli delle diverse confessioni sono cristiani, che condividono non poche verità. Ciò che li unisce non è poco. Credo che partendo da ciò che li unisce si possa costruire un percorso di pace e di riconciliazione.
Si sente piu’ vicino agli ortodossi o ai protestanti?
Sono cattolico. Non solo e non tanto perché vescovo. Quanto perché nel cattolicesimo trovo la pienezza del Cristianesimo. Negli Ortodossi riconosco la presenza di tante verità della fede cristiana. Più di quante ce ne siano con i Protestanti. Con entrambi non c’è pienezza di comunione. Questo non vuole assolutamente dire che accorre rinverdire antichi steccati e divisioni. Il valore della persona umana e della sua dignità vengono prima di qualunque diversificazione religiosa o ideologica. Se tutti, qualunque sia la propria confessione religiosa, siamo uniti nell’impegno a favore dell’uomo e nella costruzione di una città più solidale, il dialogo tra le confessioni avrà di certo maggiori possibilità di sviluppo