RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Come la storia ricorda, ogni anno il 27 gennaio ricorre la giornata mondiale dello sterminio nazista, ove milioni di Ebrei furono prima deportati e poi, da fatti comprovati, in maniera disumana eliminati.
Nessun archivio riportò mai il numero preciso delle Vittime dell’Olocausto, per mancanza di un qualsiasi documento specifico.
Questa data ha una rilevanza tale da indurre tutti gli Uomini di codesta “spietata valle” ad un’accorta riflessione… supportata da interventi istituzionali, personalità autorevoli nelle scuole, nonché dalle agghiaccianti testimonianze dei sopravvissuti dai campi di concentramento.
Tutto ciò porta le vecchie e le nuove generazioni ad accorati incitamenti al rispetto della vita e all’amore verso il proprio simile.
Viviamo, così, lottando per i nostri Figli… affinché, volgendo lo sguardo al cielo, possano contemplare l’assoluta meraviglia dell’infinito azzurro, mentre il loro viso viene delicatamente accarezzato dalla calda luce del sole.
Invochiamo, quotidianamente, preghiere per i nostri Figli… affinché, non vedano mai nere colonne di fumo alzarsi da forni crematori per scoprirne “l’inferno”.
Combattiamo con tenacia e ardire per i nostri Figli… affinché le loro narici non debbano mai respirare l’insopportabile e acre odore di morte.
Non smetteremo mai di analizzare la parola SHOAH… se vogliamo preservare quel valore di dignità e libertà appartenenti, fin dall’origine, ad ogni Essere Umano!
“Invisibili” componimento tratto dal mio libro: “Il Tempio delle Muse” ne racchiude il senso.
INVISIBILI
Come palazzi costruiti senza cemento,
vedevo il mio nome sbriciolarsi nel nulla.
(E, senza nome, nessuno ha orecchio per te).
Persino quel sole che ghiacciai scioglieva,
tra le nubi in segreto riusciva a sparire,
abbandonando al destino milioni di teste
già chine, già schiave del “padrone del male”.
Dolore e sgomento lasciavano posto a preghiere
che, come tele d’acciaio, tamponavano il pianto
proveniente da gabbie, come leoni rinchiusi
e da ventri di madri, vedendo i figli morire.
Lo stesso Dio divideva ciò che aveva creato,
lasciando l’uomo nutrirsi di odio e razzismo,
i quali permisero alla cieca evidenza
di passare i confini del limite umano.
Ma a cosa sarebbe servito il lamento
di fronte quel muro di duro granito,
se senza nome nessuno ha orecchio per te?
Solo la rabbia e la vergogna del tempo
può dar voce al silenzio, di chi nel sangue riposa.
(Invisibili al mondo… ma dentro la storia).
“Per non dimenticare”
Scrittrice – Poetessa – Aforista Maria Capece
Riace, 22 gennaio 2021