di Domenica Bumbaca
LOCRI – Lo sfogo sul social network “facebook” della professoressa Daniela Ferraro (nella foto) che, denunciava l’aggressione da parte di due studenti, riportato sulle nostre colonne, con la diretta testimonianza della docente, oggi vede intervenire una professoressa componente del Consiglio d’Istituto.
La professoressa Silvia Grasso: «Mi permetto di scrivere in quanto direttamente coinvolta e chiamata in causa dalla collega, e ritengo doveroso esprimere anche la mia opinione».
«Premesso che – afferma la Grasso- la dialettica e il dibattito sono elementi essenziali per la crescita culturale e sociale di una collettività scolastica; il contesto in cui è insediato il presidio scolastico è sicuramente influente sulla dinamica didattica; molti alunni provengono da realtà difficili e controverse; occorre sempre ponderare parole e azioni non abbassandosi alla stregua degli alunni provocando reazioni che possono influire sull’indole di giovani ancora acerbi.
Quanto accaduto è sicuramente un fatto spiacevole, ma se le azioni intraprese possono sembrare poco adeguate al “crimine” compiuto, probabilmente non sono frutto di codardia, bensì di una meditata azione disciplinare volta si a infliggere una punizione, ma anche a stimolare maggiore autocritica.
Autocritica – prosegue – che anche ognuno di noi dovrebbe fare quando si interfaccia con i propri allievi. Essere adeguati al contesto per acquisire autorevolezza è un buon esercizio da svolgere prima di tutto con se stessi. E’ per tale ragione che il corpo insegnanti ha cercato di comprendere questo meccanismo tentando la mediazione dei ruoli. Se il consiglio delibera una decisione con una sola voce fuori dal coro probabilmente qualche ragione ci potrà anche essere.
E la ragione è da ricercare nel tentativo di dare un’applicazione concreta ad insegnamenti autorevoli provenienti da persone come Don Milani.
“I bulli dovranno sostare a casa per meditare sulla personale e perfida arroganza” (citazione della prof.ssa Ferraro) sono parole che un educatore mai e poi mai dovrebbe proferire. Da questi “bulli” un docente che svolge questo lavoro come missione e non come “ripiego” sa trarre quel 5% di buono che c’è anche nel peggiore degli esseri umani (come sosteneva Lord Baden Powell ideatore dello scoutismo una delle più grandi organizzazioni EDUCATIVE non formali che a 116 anni dalla sua fondazione conta 40 milioni di iscritti nel mondo).
A volte una dura punizione non sempre genera ravvedimento, tutt’altro, potrebbe acuire comportamenti già aggressivi. Essere tolleranti, può produrre effetti meno devastanti. Queste sono state le considerazioni della maggior parte dei miei colleghi oltre alla mia. E non mi sento di avallare pretestuosi argomenti che non sono frutto di un’analisi a 360 gradi, bensì scaturiscono unilateralmente da un unico fronte. Sono disponibile al confronto e alla dialettica anche su questo giornale. Purché – conclude – si riconosca che colpire indiscriminatamente non porta alcun frutto».