di Simona Masciaga
LOCRI – Stupenda, simpatica, professionale e professionista, umile e molto disponibile, Katia Ricciarelli ha conquistato, col suo fascino e savoir-faire il pubblico locrese. Uno show fondato su intervista e musica laddove il famoso soprano ha rivelato se stessa con orgoglio, dignità e un pizzico di ironia intelligente che mai guasta l’atmosfera; tutt’altro! Serve ad incuriosire, coinvolgere e strappare un sorriso ad un pubblico che forse si aspettava virtuosismi vocali.
Tenendo conto della non più fresca voce del famoso soprano, nelle sue brevi performance, ha ancora dimostrato una elevata e purezza canora senza strafare come molti avrebbero fatto. Donna serena senza rimpianti e rimorsi, ha dichiarato che tutto rifarebbe della sua vita soprattutto ciò che ha fatto, da figlia mille volte grata, per la madre Molara Ricciarelli di cui orgogliosamente ne porta il cognome.
Una vita raccontata sul palco tra note e siparietti con l’ausilio del tenore Aldo Gallone (da noi definito un autentico donizettiano, uno dei pochi capaci al momento) e le musiche magistrali del maestro Leonardo Quadrini accompagnato da un quartetto d’archi di giovanissimi allievi. Straordinaria la presenza di Biagio Conti: un bimbo di soli 11 anni che già dimostra qualità canore, timbro e impostazione baritonale non indifferente, e che, abbiamo potuto apprezzare nel classico ed eterno “O sole mio”.
Alla signora Ricciarelli abbiamo avuto modo di chiedere, in privato, quale ruolo da lei interpretato le fosse più pertinente. 《Tutti e nessuno… certamente ogni eroina è diversa ma guarda caso finiscono tutte col morire chi in un modo o nell’altro. Francamente non mi rispecchiano ma devo ammettere che la mia sensibilità, i momenti più o meno belli mi hanno portato ad interpretare ruoli più sentiti intimamente》.
Abbiamo voluto chiedere, altresì, cosa ne pensasse della modernità registica e scenografica di molte opere per incarnare il classico in un contesto moderno e attuale. 《Giammai! Il melodramma è italiano, patrimonio dall’UNESCO, nasce nel ‘600 e le opere sono tratte da scrittori come Hugo, Shakespeare ecc..se il messaggio è universale e senza tempo, fraseggi, parole, espressioni ecc rimango tali al momento della composizione e non si possono nemmeno tradurre. Sono d’accordo con il linguaggio universale della musica e del messaggio che il melodramma voglia dare ma aborro una Violetta verdiana che pulisce i vetri o un barbiere di Siviglia in abiti circensi》.
Ricordiamo che l’evento di ieri sera rientra nel programma dell’ambito della “XXXI Stagione Teatrale della Locride” promosso dal “C.T.M. Centro Teatrale Meridionale Soc. Coop.”, coordinati dalla Direzione Artistica di Domenico Pantano. Gli eventi, nella locride, si avvalgono del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Locri, e sono co-finanziati con Risorse PAC 2014-2020- Az. 6.8.3 – Avviso pubblico Eventi di promozione culturale 2024 della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura.