di Gianluca Albanese
CAULONIA – Filo diretto tra la Calabria e la Sardegna, con un’incursione nell’antica tradizione giapponese. Ha accontentato davvero tutti i gusti la quarta e ultima serata della ventesima edizione del Kaulonia tarantella festival, andata in scena sabato 25 a partire dalle 20.
Tra canti e balli che si sono snodati tra piazza Seggio e gli altri angoli di un borgo antico meraviglioso (che manifestazioni come il KTF contribuscono a far conoscere a un pubblico sempre più vasto) l’appuntamento delle 20 nella bellissima chiesa del Rosario ha visto protagonisti i Tenores di Bitti, noti al pubblico televisivo per le ripetute partecipazioni al programma Tv “Quelli che il calcio”, laddove sottolineavano con un coro polifonico ogni goal del Cagliari, che hanno eseguito i loro cori isolani, riconosciuti dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Accanto a loro il suonatore di “launeddas” (antichissimo strumento a fiato tipico della Sardegna) Fabio Vargiolu che ha spiegato le origini dello strumento, alternando proprie esecuzioni ai cori religiosi dei Tenores di Bitti, particolarmente apprezzati dal folto pubblico, che ha assiepato le panche della chiesa e il suggestivo belvedere antistante.
Il tempo di consumare un po’ di “street food” preparato dalle tantissime bancarelle esistenti e la serata è proseguita a piazza Mese, riempitasi repentinamente quando il trampoliere ha dato il via alla serata in piazza, annunciando il programma al megafono, accompagnato da un gruppo di musicisti mammolesi diretti dal maestro Carlo Frascà.
Primi a esibirsi sul palco ai piedi del declivio il trio di musicisti italo-giapponesi capitanati da Joji Hirota, che si sono esibiti nel suono delle percussioni tipiche della tradizione nipponica. Dopo questa scorpacciata di tamburi, poco dopo le 20,30 è salito sul palco il “padrone di casa” Mimmo Cavallaro, insieme al suo gruppo di collaudatissimi musicisti, tra cui Andrea Simonetta alla chitarra e Gabriele Albanese ai fiati.
Una lunga introduzione di sola lira calabrese ha dato il via al brano di apertura del concerto, la celeberrima “’u jimbusedu” che ha fatto scatenare la piazza nel più classico degli “zumpa zumpa” al ritmo del ritornello “titinghitichititì, titinghitichitità”.
Quindi, un altro paio di classici, tra cui “Mulinarella”, “Tarantella nova” e “Parrami di lu suli”, per dare spazio poi a qualche coro polifonico dei Tenores di Bitti, che per l’occasione hanno indossato i costumi tradizionali, esibendosi nei cori polifonici d’amore e passione.
Il finale di serata ha riservato l’esibizione congiunta del gruppo di Mimmo Cavallaro, di Fabio Vargiolu e dei Tenores di Bitti, a cominciare con una specialissima versione di “Comu si gira e comu si balla”.
Entusiamo, partecipazione e promozione territoriale. Il Kaulonia Tarantella Festival non avrebbe potuto festeggiare meglio il proprio ventesimo compleanno. Ad maiora!