R. & P.
Tra gli appuntamenti che hanno segnato in maniera positiva l’edizione appena conclusa del “Kaulonia Tarantella Festival – Pride”, gli incontri che si sono tenuti presso l’Affresco Bizantino di Caulonia sono stati molto seguiti e hanno accesso i riflettori su alcune tematiche sociali e culturali al centro di un ampio dibattito.
«La manifestazione – ha esordito l’assessore comunale Antonella Ierace – è stata pensata anche per dare spazio a momenti di integrazione con artisti e intellettuali che con le loro battaglie culturali hanno segnato la storia di un territorio o di un movimento nazionale e persino internazionale».
«La musica del festival – ha proseguito l’assessore alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di Caulonia – è stata al centro di un quadro che ha avuto come cornici sostanziali gli approfondimenti che hanno preceduto i vari concerti, arricchendoli di storie ed esempi di grande interesse, tutti coordinati da Paolo Patané che, nel corso dei suoi puntuali interventi, ha consegnato diversi spunti sui quali riflettere, ricordando l’importanza di essere orgogliosi della proprie tradizioni».
In effetti Paolo Patané nel corso dei suoi interventi ha sottolineato le varie sfaccettature degli incontri artistico-culturali che si sono svolti a Caulonia, richiamando l’attenzione alla grande bellezza che rappresenta l’unione delle diversità e l’orgoglio delle proprie radici e della propria cultura: «Questa è una terra vocata all’incontro dei popoli e delle loro storie, è una terra di stratificazione – ha sottolineato Patané – abbiamo vissuto una pagina di “pride”, che letteralmente significa “orgoglio”, quindi l’orgoglio delle tradizione di questa terra e singolarmente un orgoglio, lo abbiamo visto nei fatti, che si realizza nell’incontro di comunità molto diverse».
Rientra a pieno titolo nell’orgoglio culturale lo sdoganamento che Massimo Cusato ha fatto del tamburello, sconfiggendo il pregiudizio di uno strumento tipico della tradizione locale tornato in auge grazie al lavoro concettuale dell’artista geracese, che ha raccontato la sua vita di artista legato al territorio, che alcuni anni addietro a Los Angeles con la Remo Incorporated progetta e lancia sul mercato mondiale il “Tamburello Calabria” e il “Pandurello”.
«Negli anni il Kaulonia Festival è riuscito fare della tarantella un ballo inclusivo
– ha aggiunto l’assessore Ierace – rispetto alla considerazione negativa che aveva 25 anni fa e questo grazie al costante impegno che c’è stato a Caulonia, come ha sottolineato a riguardo il sindaco Francesco Cagliuso in un suo intervento nel corso dell’incontro con Cusato».
Oltre alla riconsiderazione positiva dei balli tradizionali calabresi la kermesse di Caulonia ha accolto e fatto conoscere storie di integrazione musicale di livello internazionale, ospitando all’Affresco Bizantino la dolcezza della voce di Farzaneh Joorabchi, cantante e musicista Persiana nata a Teheran (Iran), che tra l’altro collabora con progetto educativo MUSA in Germania con Deutsche Staatsphilharmonie concerto per i bambini da un anno a tre anni “Frome The Caspian to the Mediterranean”.
Intenso è stato anche l’incontro con Vanni Piccolo, insegnate e preside in pensione, che ha rilanciato l’importanza di lottare contro ogni forma di pregiudizio, ricordando che: «I pregiudizi fanno soffrire. Alla base della mia azione didattica e pedagogica c’è stata la parola rispetto», da intendere verso il prossimo e senza alcuna preclusione.
«Sono stati degli incontri costruttivi, veri momenti di crescita culturale che hanno arricchito e completato il Kaulonia Tarantella Festival che ritorna in prossimo anno, dal 21 al 24 agosto, con un’edizione che pensiamo di rendere ancor più attrattiva e inclusiva».