di Gianluca Albanese (ph. Pino Passarelli)
ROCCELLA IONICA – Non sarà stato un caso che ad accogliere i tanti amici venuti a ricordarlo sia stato l’enorme arco di un arcobaleno. Franco Berlini è fatto così, anche quando la sua esistenza terrena è finita da quaranta giorni, in un modo o nell’altro si doveva sdebitare.
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Ed erano davvero in tanti, ieri pomeriggio al porto delle Grazie ad omaggiare in maniera gioiosa, vivace e allegra come piaceva a lui, l’ingegnere lombardo di origini romagnole arrivato a Roccella per caso, con la sua dolce compagna Anna e in barca. Lui, che non si sarebbe mai più mosso da qua (fondando il B&B “Il fondaco del fico” divenuto subito la meta dei creativi e degli artisti di tutto il comprensorio) ha dato tanto a questo posto, e la sua gente gli ha voluto dedicare un lunedì pomeriggio freddo e ventoso, iniziato col trigesimo alla chiesa Matrice e concluso con un mega concerto al porto delle Grazie, durante il quale, sotto l’abile regia di Fabio Macagnino, si sono esibiti molti artisti che al Fondaco del Fico erano di casa, e che hanno voluto ricambiare un po’ della fortuna che hanno avuto a conoscerlo.
Peppe Platani, Peppe Dichiera, Manuela Cricelli, Valeria Vuman, Maria Orobello, Nadia e Vanessa Macagnino, Francesco Strangio, Mario Muscolo, Martin Cagnotti. Solo per fare qualche nome.
E poi l’immancabile Rossella Scherl, a leggere i brani più significativi inviati da chi aveva condiviso un pezzo di vita con Franco, tra cui uno, molto bello, scritto da Maura Gigliotti.
Ai lati del palco Anna balla circondata dall’affetto di parenti e amici, c’è tutto il Fondaco del Fico lì, anche se è lunedì, piove e fa freddo.
Si finisce con una toccante versione di “The sound of silence” di Simon&Garfunkel e un brindisi sul molo al quale lui e Anna approdarono qualche anno fa.
Perché a lui sarebbe piaciuto così.
Questo il contributo dato da Lente Locale alla serata, letto su un meraviglioso tappeto blue’s a cura di Fabio Macagnino, Peppe Dichiera e Peppe Platani:
A FRANCO
Sei arrivato dal mare perché la corrente sa benissimo da che parte andare.
Anche il destino conosce bene la direzione da prendere e quella da cambiare.
Monti, pianori verdi e un olio blu con la schiuma da tagliare, fendere con una carena.
Il rock ti stuzzicava l’anima come il vento accarezzava il profilo e i capelli di Anna al tuo fianco.
C’era sempre un posto da scoprire, una vita da ricominciare
Una montagna da scalare per diletto e per sfida
Un contachilometri da azzerare, un calendario da strappare
Nuove pagine da scrivere ancor prima che da leggere.
Vento e rock che agitano ancora i rami e fanno cadere le foglie di fico
Armonia di colori, sinfonia della natura e dei suoi suoni con l’assolo degli ululati dei cani.
Vento e rock per dimostrare che l’anima è viva e suona con noi
Tu che rimpiangerai quel panorama che è meno bello di quello del paradiso che ti ospita
Tu che hai vissuto senza rimorsi, né rimpianti, se non per quel libro sul comodino che non hai finito di leggere,
o per il sigaro che non hai potuto fumare fino in fondo.
Ci hai insegnato molto senza ostentare alcun tipo di boria, divertito senza essere buffo,
accolto senza chiedere nulla in cambio, coinvolto nelle tue gioie senza che fosse necessario essere amici da tanto tempo
Hai lasciato il palco tra gli applausi ma senza l’egocentrismo del mattatore.
Signorile e sobrio, perché il rock non è caciara, e la cultura non è nozionismo da ostentare
Ora navigherai in mari ancora più puliti e dalle rotte regolari
Ma a noi piace sentirti nelle note di un rock che cambia ritmo
E nel rumore del vento che muta improvvisamente direzione
Roccella Ionica, 24/03/14