di Gianluca Albanese (ph. e video di Enzo Lacopo)
LOCRI – «Il vero problema dell’immigrazione e dei fenomeni di intolleranza che spesso si registrano sta nella povertà diffusa che accomuna la popolazione dell’Occidente e chi arriva dal terzo mondo perché fugge da situazioni di guerra, fame e carestia. Ci si accapiglia come i capponi de “I promessi sposi” in una nuova guerra tra poveri, quando basterebbe lavorare tutti per l’obiettivo comune di sconfiggere la scarsità di risorse». Le parole del sociologo Giuseppe Putortì hanno dato il senso del convegno organizzato dall’associazione di volontariato “Xenia” con la collaborazione della nostra testata, che ha avuto luogo ieri pomeriggio nei locali di “Santa Marta” a Locri.
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Un evento assai partecipato, nel corso del quale si è analizzato il fenomeno dell’immigrazione in tutti i suoi aspetti, non tacendo sulle criticità ma in maniera scevra da preconcetti.
Il titolo scelto dagli organizzatori, ovvero “ImmiGRATI a questo modello di società – Accoglienza, integrazione e ruolo della società organizzata” è apparso fin da subito accattivante e tale da suscitare i numerosi spunti che poi sono emersi sia nel corso degli interventi dei relatori che nel lungo dibattito che hanno caratterizzato le oltre due ore e mezza di durata dei lavori.
Dopo il saluto di Enza Cattolico, presidente di Xenia, che ha spiegato le finalità che animano il sodalizio, ha preso la parola il presidente della cooperativa “PromIdea” Pietro Caroleo, che in maniera assai esauriente ha spiegato le varie forme di accoglienza ai migranti, distinguendo quella ordinaria da quella straordinaria, evitando le generalizzazioni che spesso si compiono quando si tocca un argomento così complesso.
Caroleo ha altresì suggerito alcune vie per migliorare l’accoglienza, da quella che va dalla diffusione di piccole realtà diffuse sul territorio, capaci di curare meglio l’accoglienza rispetto ai grandi centri come i “Cara” a un progressivo abbandono del metodo dell’approccio volontario dei Comuni ai progetti di accoglienza, suggerendo, invece, una regia centralizzata (nazionale o continentale) capace di distribuire meglio sul territorio i progetti di accoglienza, senza che alcune zone siano sovraccaricate rispetto ad altre che invece non collaborano in queste iniziative.
Quindi, ha preso la parola il vescovo della diocesi di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva, che ha compiuto un intervento pregno di umanità e fede, nel corso del quale, tra l’altro, ha accennato al fatto che la struttura che ha ospitato il convegno potrebbe essere adeguata per diventare anch’essa un centro per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei migranti.
Lui, che nel mese di aprile diffuse alle chiese del territorio la sua Preghiera in memoria delle Vittime del mare, ha chiesto e ottenuto che la stessa fosse letta dai presenti al termine dei lavori.
Dopodiché è intervenuto il presidente dell’associazione “Ex consiglieri regionali” Stefano Priolo, che ha compiuto un excursus della legislazione sul tema, soffermandosi in particolare sulla misure restrittive della legge “Bossi-Fini”, mentre il sociologo Giuseppe Putortì, nel suo intervento assai azzeccato, è andato subito al punto, individuando nella mancanza di risorse materiali (e quindi nella povertà diffusa) il principale problema della mancata integrazione e dei fenomeni conflittuali tra residenti ed immigrati che sovente si registrano.
Temi questi, corroborati dagli interventi del consigliere di opposizione al Comune di Locri Maria Antonella Gozzi, che fa parte di Xenia e che ha dato lettura di uno dei tanti messaggi che giornalmente si leggono sui social network e scritti da chi ritiene che non sia possibile realizzare progetti di accoglienza e aiuto agli immigrati se prima non si realizza il pieno accesso ai diritti fondamentali da parte degli italiani, e dal sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda, che dapprima fatto l’esempio positivo di un cittadino indiano che si è ben integrato nel tessuto sociale gioiosano, ma poi ha citato un altro caso, quello di una signora del posto che ha chiesto al sindaco che si adoperasse per trovare un lavoro al figlio, sottolineando come, essendo nell’impossibilità di assecondare l’aspirazione della signora, il caso citato costituisca un esempio dell’impotenza dello Stato (in tutte le sue articolazioni, dal Governo centrale ai piccoli Comuni) che risulta essere impossibilitato a soddisfare le esigenze basilari dei cittadini.
Il giro degli interventi dei relatori è stato concluso dal sindaco di Benestare Rosario Rocca, che ha parlato dell’esperienza dell’accoglienza sostenibile sperimentata nel comune da lui amministrato, evidenziando come la scelta di aderire ai progetti del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, sia stato, comunque, un obiettivo condiviso da tutta l’Associazione dei Comuni della Locride, rappresentata in sala dal presidente dell’assemblea Giorgio Imperitura, e da altri primi cittadini e assessori (tra cui Cesare De Leo, Sisì Napoli e Pino Varacalli) , il consigliere comunale di Locri Alfonso Passafaro e molti consiglieri di opposizione (tra i quali Riccardo Modafferi, Lucia Spagnolo, Domenico Campisi, Maria Davolos e Antonio Cavo).
Nel lungo dibattito sono intervenuti il sindacalista Mario Caroleo, che da responsabile del patronato Inca ha sottolineato come gli immigrati siano una risorsa per il sistema Italia, e anche per il fisco, mentre il consigliere comunale di Locri Alfonso Passafaro ha evidenziato come nella nostra terra sia necessario anzitutto recuperare il senso del rispetto della legalità attraverso una più incisiva e decisa azione antimafia, come precondizione essenziale per affrontare tutte le altre emergenze, come l’accoglienza dei migranti, invitando i presenti a organizzare incontri pubblici sul tema della lotta alla ‘ndrangheta e del rispetto della legalità.
Dopo la toccante testimonianza di un operatore sanitario che ha parlato della sua esperienza di chi accoglie i disperati in fuga dalla fame e dalla guerra sui barconi in cui si attraversa il Mediterraneo stipati in condizioni disumane, è intervenuto anche Raffaele Ferraro di LocRinasce che ha sollecitato i presenti a indicare percorsi concreti per migliorare l’accoglienza e l’integrazione.
Nella sua replica conclusiva, il sociologo Putortì ha citato l’esempio positivo che si è realizzato in India e ha invitato tutti a “fare rete” e ad un approccio più umano, capace anzitutto di combattere la povertà diffusa.
Questo il video con alcuni degli interventi più significativi:
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