di Gianluca Albanese
LOCRI – Toh, chi si rivede! Il centrodestra di Locri, reduce da due mesi di campagna elettorale per le Politiche in cui ufficialmente i suoi 2/3 hanno sostenuto Grande Sud mentre il solo Macrì si è mosso a difesa del simbolo del Pdl, due mesi fatti di polemiche sulla stampa e iniziative separate con aggiunta di qualche veto incrociato, torna, come per incanto, ad assumere un’iniziativa unitaria.
Nulla di specifico riguardo le consultazioni amministrative del prossimo mese di maggio, ma il fatto che i gruppi di “Città in Comune”, “Leali alla città” e “SìAmo Locri” tornino a firmare insieme un documento congiunto è già una notizia, di questi tempi. Chi si attendeva un chiarimento pubblico dopo le schermaglie intestine dei mesi scorsi è rimasto a bocca asciutta. I leader di quelli che furono i gruppi dell’ex minoranza consiliare fanno finta di niente e al di là del contenuto dell’appello, ovvero una questione importante ma che non è di vita o di morte, come il trasferimento del centro di formazione a due-tre chilometri di distanza, sotto sotto i gruppi di “Leali alla Città”, “SìAmo Locri” e “Città in Comune”, sembrano voler ricominciare da capo, facendo leva su un grande classico del loro repertorio: lasciare alla città di Locri, per la quale immaginano un ruolo di capofila dell’intero comprensorio, tutte le strutture pubbliche possibili, e scongiurare, in questo caso, quello che definiscono, a proposito del centro di formazione professionale «Il serio e concreto rischio di essere trasferito nella vicina Siderno». Se si tratti di un’iniziativa isolata dei tre gruppi che si rivelano particolarmente sensibili alle sorti del centro di formazione professionale, o se la nota congiunta di “Leali alla Città”, “Città in Comune” e “SìAmo Locri” rappresenti la giusta ripartenza verso la nuova avventura elettorale delle Comunali di maggio lo scopriremo presto. Di sicuro, come evidenziato nell’immediatezza dello spoglio del voto alle Politiche nella città di Locri, l’elettorato ha dato segnali chiari: nessuno ha più consensi garantiti, “a prescindere”, nessun voto “in banca”, perché nonostante l’impegno profuso in campagna elettorale, il centrodestra in città non ha fatto sfracelli, e i mille voti dati al movimento Cinquestelle sono un campanello d’allarme non indifferente. E allora tanto vale rimettere sotto il tappeto la polvere dei personalismi che erano riaffiorati nelle scorse settimane e tornare a proporsi in maniera unitaria, magari ripartendo dall’appello al presidente della Provincia per mantenere in città il centro di formazione professionale.