LOCRI – L’operazione simpatia è riuscita. L’Aspromonte messo in mostra nell’omonimo film con protagonista Franco Neri ha sicuramente offerto la montagna della provincia reggina nel suo volto allettante per escursionisti, turisti e cultori delle tradizioni. E anche al botteghino non ci si è lamentati. Anzi.
Era piena ieri sera la sala del cinema Vittoria per la prima nazionale del film, alla presenza del produttore Luca Perna (figlio del sociologo Tonino, che ha scritto il soggetto del film) e soprattutto il protagonista Franco Neri, noto al grande pubblico per la sua interpretazione dell’emigrato a Torino, messa in scena per anni su Zelig. E non sono stati pochi quelli che prima della presentazione si sono fatti ritrarre con l’attore di origini calabresi, che a sua volta non ha disdegnato di offrire qualche battuta classica del suo repertorio, prima di salire sul palco insieme a Perna e alla moderatrice Maria Teresa D’Agostino. “Faremo vedere l’Aspromonte così com’è: una terra bellissima”. Queste le prime parole di Neri, che ha anche raccontato qualche aneddoto del backstage e gli oltre quattromila chilometri percorsi, tanto che, come ha detto: “Eravamo molto simpatici al benzinaio”. E se per Maria Teresa D’Agostino il film è l’occasione per aprire “una nuova via di comunicazione” con una terra bella e difficile, secondo Perna “La scommessa è già vinta e spero che da oggi si parli tanto della vegetazione e della fauna dell’Aspromonte, ma anche che vengano tanti turisti, come è accaduto in Lucania dopo che è uscito Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo”. E che in qualche modo gli autori della pellicola presentata ieri sera si siano ispirati al film di Papaleo (ma anche a “Benvenuti al Sud” con Claudio Bisio) è parso evidente a tutti. La trama, infatti, è sembrata deboluccia, spesso scontata e intrisa di luoghi comuni, non meno degli sketch di Neri a Zelig: il vino rosso e forte, la pasta col sugo di carne di capra e peperoncino abbondante, i brindisi in rima baciata durante gli incontri conviviali, la tarantella,il pane caldo appena sfornato da offrire ai vicini,i tassisti un po’ indolenti. La qualità sale decisamente se si considera la fotografia, vero e proprio fiore all’occhiello del film, capace di esaltare la montaggia selvaggia, le fiumare, il santuario di Polsi, ma anche le piazze dei borghi antichi, da quelli dell’area Grecanica, fino a Gerace e Canolo Nuova. Non mancano le sorprese, come la partecipazione del rettore del santuario di Polsi don Pino Strangio, perfettamente a suo agio nell’interpretare sè stesso e bravo a svelare la storia del santuario, accrescendone il fascino. Belle anche le musiche, con in testa le canzoni dell’album di Peppe Voltarelli “Ultima notte a Mala Strana” e il videoclip di un concerto dei Quartaumentata a Gerace. E così, al netto del finale frettoloso e del solito carico di luoghi comuni, la pellicola, comunque, è piaciuta a chi ieri sera era in sala e conosce perfettamente luoghi, costumi e circostanze. Il vero banco di prova, però, sarà quando il film verrà proiettato nei grandi schermi del centronord. Mai come in questo caso, infatti, sarà la “casalinga di Voghera” a giudicare la riuscita dell’operazione simpatia. Lei e la “signora Pautasso”, vicina di casa del Franco Neri di Zelig,manierata come l’idealtipo del piemontese che suo malgrado si è ormai assuefatta alla voce alta dei congiunti del comico quando lo chiamano col caratteristico: “Franco…oh Franco”.
GIANLUCA ALBANESE