di Gianluca Albanese
SIDERNO – Non sono mancate nemmeno nella Locride le reazioni alle ben note vicende di Oppido Mamertina, relative alla sosta della processione del santo patrono davanti all’abitazione dell’anziano boss locale Giuseppe Mazzagatti, e il conseguente abbandono del rito religioso da parte dei carabinieri.
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Il dibattito, che ha varcato i confini regionali, è tutto incentrato sull’inopportunità del gesto e s’inquadra nel novero dei rapporti, non proprio sani, che spesso intercorrono, dalle nostre parti, tra chiesa e ‘ndrangheta.
ll giudice di Cassazione Romano De Grazia (nella foto), presidente del Centro Studi Lazzati, ha rivelato a Lente Locale un poco lodevole precedente che risale a poche settimane fa, quando ancora non era giunta la scomunica dei mafiosi da parte di papa Francesco.
«Lo scorso 3 giugno – ha dichiarato De Grazia – ho parlato, nel corso di un convegno tenutosi all’Unical alla presenza di numerose personalità dell’antimafia tra le quali Adriana Musella, di quello che è accaduto a Petilia Policastro, laddove, dopo un mese dall’inaugurazione del monumento a Lea Garofalo alla presenza di don Luigi Ciotti, la processione ha sostato nel recinto della lussuosa abitazione del boss Massimo Manfreda, e nella stessa c’erano anche gli amministratori comunali e i carabinieri del posto che non si sono comportati come i colleghi di Oppido Mamertina e ho anche notizia del fatto che in quel giardino ha avuto luogo un rinfresco offerto dal capo ‘ndrangheta locale».
Una scena triste, dunque, che non ha avuto il risalto mediatico di quella di Oppido ma è stata trattata solo nelle pagine del Quotidiano della Calabria.
E se il parroco di Oppido ha incitato i fedeli a dare uno scappellotto al collega del Fatto Quotidiano Lucio Musolino, che ha il solo “torto” di fare lo stesso mestiere di Peppe Baldessarro di Repubblica, che ha avuto il merito di far conoscere la triste storia a tutta Italia, non sono mancate le reazioni a livello ministeriale.
Come quella della nostra conterranea Maria Carmela Lanzetta, che in una nota diffusa agli organi di stampa ha scritto che «Quanto accaduto a Oppido Mamertina è un fatto grave e doloroso, da condannare in particolare alla luce delle parole forti e decise contro la criminalità organizzata pronunciate da Papa Francesco durante la sua recente visita in Calabria.
Ora mi auguro che la comunità di Oppido sappia reagire a quanto è successo con il dialogo e il confronto, considerando il dibattito pubblico seguito all’episodio come uno stimolo a ritrovare la strada del bene comune, coinvolgendo le istituzioni, la scuola e le associazioni.
Allo stesso tempo voglio ribadire la mia solidarietà alle forze dell’ordine, che ogni giorno combattono sul territorio la lotta quotidiana contro la criminalità e che anche in questa occasione, con il gesto dei Carabinieri, hanno mostrato grande dignità e senso dello Stato».