R. & P.
“Questo è un risultato positivo – dichiara l’assessore regionale al welfare Federica Roccisano – che rende giustizia al lavoro che insieme al delegato all’immigrazione della presidenza della giunta regionale Giovanni Manoccio, stiamo portando avanti sul tema delle migrazioni. La Calabria – continua l’assessore Roccisano – è regione profondamente mediterranea ed in quanto tale ha una dedizione naturale all’accoglienza. Progettare interventi contro la tratta degli esseri umani ci garantisce non solo una migliore accoglienza, ma ci permette soprattutto di garantire una migliore qualità della vita per i migranti. Non da ultimo la possibilità di ricevere un finanziamento aggiuntivo nazionale per la Regione Calabria, diventa premiale per l’attività che il dipartimento lavoro e politiche sociali svolge quotidianamente. La Calabria si sa, è una delle porte di ingresso dei flussi migratori via mare, sempre più canale preferenziali per la tratta degli esseri umani. L’impatto sul territorio dei flussi migratori negli ultimi anni è stato notevole. Purtroppo, – prosegue l’assessore al Welfare Roccisano – permangono i canali di sfruttamento sessuale che vedono coinvolte donne e bambine, sfruttamento lavorativo quest’ultimo soprattutto nel settore agricolo che vede uomini adulti e minorenni disposti ad accettare offerte di lavoro a condizioni indecenti.
Da queste premesse – spiega la Roccisano – nasce e si giustifica la proposta progettuale che parte dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza dei Ministri che vede la Calabria classificarsi all’ottavo posto tra i beneficiari di un finanziamento pari ad 880mila euro. ”
La strategia progettuale intende incidere su queste nuove dinamiche di reclutamento delle vittime creando modalità di collaborazione con tutti gli attori, ai quali offrire le professionalità e gli interventi caratterizzanti il progetto. Per ciascuna delle utenze prese in esame gli obiettivi e le azioni previste sono: il rafforzamento della rete di istituzioni e servizi (approccio Multi-agenzia) sviluppando così uno stretto rapporto tra unità di contatto del progetto, un numero verde nazionale ed operatori-antenna formati nelle strutture di accoglienza per aumentare l’emersione ed identificazione di potenziali vittime; U. d. c. in strade e aree agricole per far emergere ed identificare le vittime ed inviarle in rifugi segreti, accogliendole in residenze in semi-autonomia, o in accoglienza territoriale, dove la prima assistenza è di carattere propedeutico, analisi dei fabbisogni individuali ed accompagnamento ai servizi socio-sanitari e di pronto intervento o psicologici, psichiatrici territoriali ed in più, assistenza legale per acquisizione permesso di soggiorno come previsto dall’ex art 18 D Lgs 286/98, incentivare il rafforzamento della capacità di inclusione attiva delle vittime prese in carico, anche grazie all’aumento delle risorse territoriali coordinate nel partenariato, il monitoraggio delle utenze, aggiornando la mappa delle presenze a livello territoriale, suddividendole in stanziali e mobili. Il progetto interessa tutta la Regione, con interventi specifici nei vari settori. Consta di 8 strutture residenziali che coprono tutta la gamma dei potenziali beneficiari, con eventuale utilizzo in emergenza di case rifugio finanziate dalla Regione.