E’ arrivata finalmente la tanto attesa sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto chiarezza sulla mediazione. Con uno scarno comunicato datato 24.10.2012, la Consulta ha infatti reso noto che è stata dichiarata li illegittimità, per eccesso di delega legislativa, delle norme che hanno introdotto la media-conciliazione nelle controversie civili e commerciali, nella parte in cui si prevedono il carattere obbligatorio della stessa. La mediazione rimane cioè come soluzione alternativa e facoltativa al processo civile, di cui però non è più condizioni di procedibilità. Un sospiro di sollievo per gli avvocati che vedono così bloccare la privatizzazione della giustizia civile che rischiava di esautorare il loro ruolo. Ma se da una parte c’è chi gioisce, dall’altra c’è chi si rabbuia. Che ne sarà infatti delle centinaia di camere di conciliazione che, in seguito alla riforma della giustizia, sono sorte come i funghi un po’ ovunque?Chi rimborserà le migliaia di professionisti che, avendo visto nella conciliazione una concreta possibilità di lavoro, hanno investito parecchi soldi per conseguire il titolo di mediatore? Nella Locride di camere di mediazione ve ne sono davvero tante: dalla Celdam di Marina di Gioiosa jonica, all’ADR Mediazione di Locri, all’Istituto di mediazione civile e commerciale di Caulonia e Roccella, alla “Noi conciliamo di Siderno, alla Concilia lex di Bovalino, solo per citarne alcune. Centinaia sono poi i professionisti che hanno conseguito negli ultimi due anni il titolo di mediatore. L’istituto della mediazione aveva come scopo quello di risolvere amichevolmente le controversie in alcune materie con l’obiettivo di alleggerire il sistema giudiziario. Il decreto prevedeva la mediazione obbligatoria in materia di: condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di azienda, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica, risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo della stampa o altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. Venuta meno l’obbligatorietà della mediazione da oggi gli interessati che vorranno promuovere una causa nelle materie elencate potranno scegliere liberamente se rivolgersi a una camera di conciliazione o azionare la tradizionale causa giurisdizionale senza dover necessariamente passare dalla mediazione. Le motivazioni della rivoluzionaria sentenza, che serve a mettere un po’ d’ordine in un sistema giudiziario che tra tagli, riforme e accorpamenti vive un momento di caos totale, sono attese a breve.
Antonella Scabellone