di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Uno su dieci ce la fa. La Corte Europea per i Diritti Umani, con sede a Strasburgo, ha dichiarato ricevibile il ricorso che l’avvocato Pino Mammoliti ha presentato per conto del proprio assistito Giuseppe Marcianò, condannato all’ergastolo con sentenza passata in giudicato, in quanto ritenuto tra i mandanti dell’omicidio dell’ex vicepresidente del consiglio regionale Franco Fortugno.
La conferma è arrivata per lettera spedita lo scorso 25 luglio da Strasburgo, nella quale è stato contestualmente attribuito un numero di riferimento del ricorso che, come riporta la missiva «sarà portato all’esame della Corte quanto prima possibile, sulla base dei documenti e delle informazioni da lei forniti». Dicevamo “uno su dieci”; si riferisce al numero dei ricorsi accolti dalla Corte Europea per i diritti umani, visto che il 90% di quelli esaminati dalla stessa vengono rigettati per il non rispetto delle condizioni formali che permettono di adire la Corte. Vale la pena, a questo punto, ricordare che la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo è una giurisdizione internazionale competente ad esaminare ricorsi presentati da persone che ritengono che i diritti loro riconosciuti dalla Convenzione Europea per i diritti dell’Uomo siano stati violati. Detta convenzione è un trattato mediante il quale 47 Stati europei si sono impegnati a rispettare alcuni diritti fondamentali degli individui. La Corte tratta soltanto doglianze dirette contro pubbliche autorità e può essere adita soltanto dopo l’esaurimento delle vie di ricorso interne ed entro sei mesi dalla data della decisione definitiva presa dalla giurisdizione dei Paesi che hanno aderito alla Convenzione. Insomma, il fatto che sia stato dichiarato ricevibile il ricorso presentato dall’avvocato Mammoliti per conto di Giuseppe Marcianò assume una grande rilevanza, specie se si pensa al lungo e affollato dibattito sul teorema accusatorio nei confronti di mandanti ed esecutori del delitto consumato il 16 ottobre 2005 a palazzo Nieddu durante le elezioni primarie del centrosinistra. Dibattito ancora più acceso dopo la recente conferma della condanna all’ergastolo per Alessandro Marcianò, l’ex caposala dell’ospedale di Locri, padre di Giuseppe. Secondo Mammoliti «La comunicazione arrivata da Strasburgo accende una speranza per il mio assistito».