R. & P.
Contadini e operai erano i soldati della prima e della seconda grande guerra. Contadini e operai erano la carne da macello delle classi dirigenti di allora. Contadini e operai morivano e le classi dirigenti prosperavano. Il sistema si reggeva sul sangue dei terroni, dei muntagnin, degli operai. Adesso, al nemico visibile con elmetto e baionetta si è sostituito il nemico invisibile. Un nemico piccolo, ma talmente piccolo che fai fatica a credere che esista. Un nemico che ti entra dentro in silenzio e ti devasta in meno di 48 ore. Un nemico che ha dichiarato la terza grande guerra e che non risparmia nessuna nazione. Oggi, i soldati in prima linea per combattere il nemico invisibile sono medici e infermieri. Medici e infermieri che sono i figli e i nipoti di quei contadini, di quegli operai il cui sangue bagna ancora le rive del Piave e gli spazi immensi della tundra Russa. Medici e infermieri sono i nuovi soldati delle nuove classi dirigenti. Sono i soldati che cadono sul campo permettendo al sistema di resistere e di continuare ad esistere. I media dicono che ognuno fa la sua parte. Il sistema politico fa la sua parte, quello finanziario anche. L’informazione e il sistema del commercio fanno la loro parte e anche le pompe di benzina e, disgraziatamente, anche le pompe funebri. E’ tutto vero, ma è vero a metà. E’ vero a metà perchè i membri dei vari sistemi non rischiano tutto, non rischiano la vita, mentre medici e infermieri la rischiano e ne muoiono. Certo è il loro mestiere. E’ il nostro mestiere, ma lottare ad armi impari contro un nemico invisibile e pericoloso non è giusto, non è morale. Lottare senza mascherine adeguate, senza guanti, senza i presidi di protezione salvavita non è moralmente accettabile. No, non lo è! Non può esserlo, perché è come mandare in guerra dei soldati destinati a combattere a mani nude un nemico armato fino ai denti. Soldati che sono chiaramente desinatati a soccombere. Combattere ad armi impari non è morale di sicuro! Ma cos’è la morale per le classi dirigenti? Morale per le classi dirigenti sono forse gli spiccioli che elargiscono al sistema sanitario? Sono gli spiccioli che le multinazionali italiane della moda, della meccanica, della farmaceutica, degli alimentari, delle assicurazioni, dei media, del mondo del calcio elargiscono al sistema sanitario italiano al collasso ancor prima che il Covid19 desse inizio alla terza grande guerra? Ecco, io, da medico, dico che le classi dirigenti non devono dare spiccioli. Io dico che le classi dirigenti devono mettere mano seriamente al portafogli e devono consentire ai soldati in guerra, medici e infermieri e a tutto il popolo della sanità di combattere il nemico con il giusto equipaggiamento. Noi popolo della sanità siamo e saremo in prima linea rischiandola la vita, anche ad armi impari, non solo perchè è il nostro mestiere ma perchè noi pensiamo che i cittadini abbiano diritto alla salute e crediamo anche di avere il diritto di combattere questa guerra con strumenti adeguati. Crediamo che le classi dirigenti debbano fare la loro parte e debbano fare di più per permetterci di vincere le varie battaglie che ogni giorno ci vedono impegnati a rischio della vita. A chi rimane a casa perchè può rimanere a casa con i propri cari, mentre noi non possiamo, dico che non è morale andare in giro a rischiare e far rischiare la vita a molti altri cittadini. La leggerezza in questi frangenti non paga. Paga essere seri e seguire le regole. Questo è ancora più vero nelle regioni meridionali. Regioni come la Calabria, dove il sistema sanitario non è preparato ad affrontare questa emergenza. Leggo che in queste ore a Locri, il mio paese, a cui va il mio pensiero, viene inviato a supporto del massacrato sistema sanitario locale un collega con competenze non proprio attinenti al problema da affrontare. Nemmeno lontanamente attinente. Non mi va di pensare che sia un’altra mossa speculativa del sistema politico regionale. Leggo di invocazioni alle forze armate, mentre si dovrebbero invocare risorse sanitarie e finanziarie immediate e inviare colleghi competenti e materiale sanitario urgente. Per concludere vorrei rivolgere un pensiero alle forze dell’ordine che in questi giorni si approcciano in maniera diversa ai territori meridionali. In questi tempi non sono solo a caccia di latitanti e di mafiosi, ma lavorano con un punto di vista differente, cercando di far rispettare, ancora di più, quelle regole spicce ed essenziali che sono il cuore della democrazia: il rispetto reciproco, la comprensione reciproca, il mutuo aiuto. Magari tornando al rispetto delle regole semplici potremo farcela davvero e non solo contro il Covid19.
Dr Vincenzo Carrozza.